Schettino in cattedra all'università?
Il vero colpevole è chi l'ha invitato

Sabato 9 Agosto 2014
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Caro direttore,

nell'ambito del suo master universitario su "gestione delle emergenze e del panico" il prof. Vincenzo Mastronardi - cattedra di psicopatologia forense dell'università La Sapienza di Roma- ha invitato Francesco Schettino. Scelta, a mio parere, azzeccatissima, confermata da Franco Gabrielli capo della Protezione Civile: «Schettino che insegna a gestire il panico è come Dracula che discetta sull'anemia». Cioè, chi meglio di lui per illustrare a studenti e criminologi come provocare una catastrofe, gestirne le conseguenze in perfetta nonchalance e trasformare ogni singolo aspetto negativo in positivo o almeno avvolto dalla preziosa aureola del dubbio, conservando quell'inossidabile aplomb stile "Love Boat"? Una lectio preziosa: riversare panico ed emergenza sul prossimo. Strameritata appare quindi una laurea honoris causa per "praeclara fama" visti pure i continui inviti a conferenze e party esclusivi e l'imminente attesissimo libro di memorie.




Vittore Trabucco

Treviso





Caro lettore,

la sua amara ironia è forse l'unico antidoto di fronte a una vicenda così assurda. Dove il colpevole, almeno in questo caso, non è l'ineffabile Schettino, un uomo senza qualità che ovviamente sfrutta ogni occasione per cercare di rifarsi una dignità e ridarsi un ruolo. No, il vero colpevole è chi questa possibilità gliela offre e chi ha invitato Schettino a parlare in un'aula universitaria. Cosa ha infatti da insegnare a dei giovani studenti un personaggio squalificato e irresponsabile come il comandante della Concordia? Forse una sola cosa. Che in questo Paese ci si può macchiare di gravi delitti, danneggiare l'immagine dell'Italia in tutto il mondo, venir meno ai propri doveri, darsela a gambe mentre altri rischiano o perdono la vita, ma tutto rapidamente passa, affoga nella melassa di una memoria collettiva incapace di separare il bene dal male. Anzi, comportandosi da Schettino, invece di essere messi a margini della società, come sarebbe doveroso o giusto, si diventa personaggi popolari. Da invitare oggi alle feste e da far parlare nelle aule universitarie. In attesa, immaginiamo, di qualche trasmissione televisiva. Davvero una bella lezione.

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