Il M5S lancia fumo negli occhi
le riforme le fa chi ha consenso

Giovedì 7 Agosto 2014
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Caro direttore,

il M5S anche in questi giorni si sta battendo perché la nostra Carta costituzionale non venga stravolta: contro la proposta di legge “Italicum” e contro la modifica del Senato. Sulla modifica del Senato, il 5 Stelle, che ha presentato solo 200 emendamenti su 7.000, si batte perché l’Aula non diventi un organo di nominati, scelti ovviamente dai partiti, composto prevalentemente da consiglieri regionali. Mi pongo queste domande:

1) dopo gli scandali che hanno coinvolto i Consigli di tante Regioni, i partiti quali persone avranno interesse a insediare nel nuovo Senato?

2) Perché il premier e il governo, prima di presentare queste proposte di legge, non si sono consultati con giuristi e costituzionalisti?

3) L’Unione Europea, cosa ci chiede con priorità: di modificare la nostra Costituzione o di fare altre cose, molto più importanti? Grillo e il M5S tendono non “a impedire al governo di governare e aumentare il livello di caos per potersene giovare”, come lei scrive in risposta a una lettera, bensì a denunciare il pericolo del venir meno della democrazia. Come mai gli organi di informazione enfatizzano gli eventi negativi, i contrasti interni e gli errori che coinvolgono il Movimento?




Nicomede Del Favero

Belluno





Caro lettore,

pubblichiamo le sue osservazioni con qualche inevitabile taglio data la loro lunghezza. Le sue dissertazioni non mi hanno convinto: in politica contano più i fatti delle opinioni e delle intenzioni. E ciò vale per Renzi come per Grillo. Il Movimento 5 Stelle dopo il mancato successo alle elezioni europee persegue la linea del "tanto peggio tanto meglio" nel tentativo di costringere il governo alle elezioni anticipate, convinto di prendersi una rivincita.



I discorsi sulla difesa della democrazia sono in larga parte fumo negli occhi e proposte come quella di consultare un gruppo di esperti (scelti da chi?) prima di varare una riforma istituzionale denunciano anche una visione della politica viziata dalla subalternità ai soliti noti. In democrazia le riforme le fa chi ha più consenso popolare non chi ha più titoli accademici. Quanto infine all'informazione, la richiesta di equità è legittima, ma un'informazione oltre ad essere equa deve essere anche libera e non oggetto di minacce e insulti come quelli che invece troppo spesso provengono da Beppe Grillo.

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