Caro direttore,
continua a suscitare attenzione e per molti aspetti ammirazione la multiforme attività di Matteo Renzi sia in patria sia nel vasto mondo: non si ricordano molti esempi di tale onnipresenza e onnipotenza. Renzi novello Adamo verrebbe da dire, per una vicenda paragonabile a quella biblica: è anch’egli soggetto alle conseguenze di un peccato originale che rende ambigue e discutibili certe sue iniziative e decisioni.
Il suo peccato consiste nell’aver risposto alle lusinghe di Berlusconi e averlo reinserito nell’attività politica, cercando la collaborazione di un personaggio che meritava il silenzio e l’oblio. In questo modo come possono convivere etica e politica? E quale esempio si dà ai giovani e ai cittadini? Renzi non accetta i compromessi; ma il suo non è il compromesso peggiore? Le riforme, per essere accettabili e durature, richiedono pazienza, approfondimenti, collaborazioni. Lasciamo ai dittatori i colpi di genio e le decisioni irrevocabili:la storia ne conosce parecchi, e con risultati ben noti.
Antonio Prezioso
Padova
Caro lettore, la politica è l'arte dell'impossibile e del compromesso. Impone pazienza e spirito di confronto, ma, alla fine, richiede anche capacità di decidere. La peggiore politica, come ben sappiano, è quella che si ferma agli annunci e si impantana nell'indecisionismo. Un compromesso è perfetto ed efficace quando scontenta tutti. In Italia invece veniamo da una storia di compromessi al ribasso e redistributivi. Realizzati non per trovare un punto di equilibrio tra interessi diversi, ma per accontentare tutti e non cambiare nulla.
È questa la cultura da sconfiggere e superare. Non so se Matteo Renzi ce la farà. Il presidente del consiglio finora è brillato più per l'attivismo dialettico che per la concretezza delle scelte e delle decisioni. Ma occorre dargli atto che sul lavoro e in particolare sull'articolo 18 ha combattuto, con coraggio, un’importante e difficile battaglia di sostanza e di principio. Speriamo sia solo la prima.
Ultimo aggiornamento: 14:07
continua a suscitare attenzione e per molti aspetti ammirazione la multiforme attività di Matteo Renzi sia in patria sia nel vasto mondo: non si ricordano molti esempi di tale onnipresenza e onnipotenza. Renzi novello Adamo verrebbe da dire, per una vicenda paragonabile a quella biblica: è anch’egli soggetto alle conseguenze di un peccato originale che rende ambigue e discutibili certe sue iniziative e decisioni.
Il suo peccato consiste nell’aver risposto alle lusinghe di Berlusconi e averlo reinserito nell’attività politica, cercando la collaborazione di un personaggio che meritava il silenzio e l’oblio. In questo modo come possono convivere etica e politica? E quale esempio si dà ai giovani e ai cittadini? Renzi non accetta i compromessi; ma il suo non è il compromesso peggiore? Le riforme, per essere accettabili e durature, richiedono pazienza, approfondimenti, collaborazioni. Lasciamo ai dittatori i colpi di genio e le decisioni irrevocabili:la storia ne conosce parecchi, e con risultati ben noti.
Antonio Prezioso
Padova
Caro lettore, la politica è l'arte dell'impossibile e del compromesso. Impone pazienza e spirito di confronto, ma, alla fine, richiede anche capacità di decidere. La peggiore politica, come ben sappiano, è quella che si ferma agli annunci e si impantana nell'indecisionismo. Un compromesso è perfetto ed efficace quando scontenta tutti. In Italia invece veniamo da una storia di compromessi al ribasso e redistributivi. Realizzati non per trovare un punto di equilibrio tra interessi diversi, ma per accontentare tutti e non cambiare nulla.
È questa la cultura da sconfiggere e superare. Non so se Matteo Renzi ce la farà. Il presidente del consiglio finora è brillato più per l'attivismo dialettico che per la concretezza delle scelte e delle decisioni. Ma occorre dargli atto che sul lavoro e in particolare sull'articolo 18 ha combattuto, con coraggio, un’importante e difficile battaglia di sostanza e di principio. Speriamo sia solo la prima.
