Serenissimi, telefonate velleitarie
ma guai a minimizzare i rischi

Venerdì 4 Aprile 2014
6
Caro direttore,

mi dà proprio l’impressione di una sproporzione esagerata tra quel “fantoccio carnevalesco” di carro armato e l’attività investigativa e giudiziaria messa in atto: 24 arresti e 27 indagati. Si potrebbe affermare che un colpo così grosso, tutto d’un fiato, non è stato fatto neanche in tempi di “vero” terrorismo. Sarebbe educativo non mistificare la realtà in nome di fantomatici teoremi sull’eversione e qualsiasi forma di terrorismo.



Continuiamo ad essere stranamente un paese delle “meraviglie?”. Meraviglia la ripresa economica che il premier Renzi tenta di far ripartire. Meraviglia tutta l’opposizione alla riforma del Senato. Meraviglia una giustizia che si muove a “stagioni”. Meraviglia le sane aspirazioni di auto determinazione di gruppi o regioni. Ciò che va fuori della meraviglia vera non è bello. Deve senz’altro essere riportato nell’ambito ma con senso di proporzione e non con “facile” esagerazione.




Natalino Daniele

Rubano (Padova)





Caro lettore, ha ragione: non bisogna esagerare. Ma neppure minimizzare. Anch'io, come molti, faccio fatica a immaginare i neo Serenissimi come un'armata di terroristi pronti a colpire, se non il cuore dello Stato, almeno quello del Veneto. E certe bellicose conversazioni telefoniche, più che dichiarazioni di guerra o annunci di insurrezione, hanno il sapore e il tono delle fanfaronate da bar.



Tuttavia anche i fatti vanno considerati per quel che sono. Per quanto artigianale fosse il nuovo "tanko" c'era ed era stato attrezzato. Ed è anche chiaro che questi velleitari indipendentisti progettavano, probabilmente entro la fine di aprile, il bis dell'invasione di Piazza San Marco, che come gesto non è certamente paragonabile a un attentato dinamitardo o all'assalto al Palazzo d'Inverno di leniniana memoria, ma è pur sempre qualcosa di diverso da un'allegra scampagnata.



Certo, la magistratura ha usato nei loro confronti la mano pesante: l'accusa di terrorismo prevede 15-20 anni di carcere, 24 arresti tutti insieme non accadeva di vederli neppure ai tempi delle Br e per bloccare il tanko probabilmente bastava il brigadiere della locale stazione dell'Arma. C'è da sperare quindi che gli investigatori abbiano elementi e prove solide a sostegno della loro linea di condotta. Per una ragione di giustizia. E anche perché, se così non fosse, rischiamo di trasformare in martiri un gruppetto di bislacchi e immaginari rivoluzionari.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci