Grandi navi via da San Marco
ma i problemi sono complessi

Venerdì 8 Agosto 2014
1
Caro direttore,

vedo la risposta del 6 agosto alla lettera del signor Guerrino Rocchi e capisco perché non ha pubblicato la mia di qualche giorno fa, né dato seguito alla indagine sulla residenza dei 5000 lavoratori del porto di Venezia. Lei ritiene si tratti di "una realtà economica e occupazionale importante", di vantaggio a imprese e lavoratori della terraferma, causa di gravi squilibri e considera secondari i problemi di chi vive a Venezia e guarda con grande preoccupazione alla diminuzione della popolazione residente e della qualità della vita. Capisco perché giornali non di Venezia dedicano più spazio alla difesa della nostra città del Gazzettino, dal quale mi sarei aspettato una presa di posizione forte e chiara.




Luigi Marangoni

Venezia





Caro lettore,

non scherziamo: chiunque legga questa rubrica sa bene che ospitiamo opinioni di ogni tipo, anche molto lontane dalle nostre. Quanto al Gazzettino: è stato, è e sarà sempre in prima linea nella difesa di Venezia e dei suo abitanti. La sua affermazione che i giornali non di Venezia dedichino più spazio di noi alla difesa della città è talmente risibile che non merita neppure di essere commentata.



La verità è un'altra: la realtà è spesso più complessa di quanto vorremmo fosse o che ci piace, per interesse o comodità intellettuale, immaginare. E questo vale per Venezia, per Porto Marghera o per le grandi navi come per altri temi. La tentazione di risolvere i problemi usando il cancellino è una suggestiva illusione. Peccato sia quasi sempre impraticabile o figlia di interessi e visioni particolari che, per quanto legittimi, quasi mai rappresentano il bene comune.



Le difficoltà crescenti di chi vive a Venezia sono evidenti e gravi e, come non ci stanchiamo di ripetere, rappresentano un tema che dovrebbe essere all'attenzione - nei fatti, non a parole - della politica non solo locale ma nazionale. Pensare però di affrontarli cancellando in un colpo solo 5mila lavoratori è una illusoria e pericolosa scorciatoia. Le grandi navi devono lasciare quanto prima il Bacino di San Marco e il Canale della Giudecca. Occorre farlo tenendo conto delle giuste priorità, ma anche di tutti i soggetti in gioco.
Ultimo aggiornamento: 14:34

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci