Italicum "truffa"? No, serve per avere un governo stabile

Giovedì 9 Aprile 2015
4
Caro direttore,

nel 1953 fu definita “legge truffa” la legge elettorale (voluta dal governo De Gasperi su proposta del ministro dell’interno Mario Scelba) che attribuiva il 65% dei seggi al partito o alla coalizione che avesse ottenuto il 50% più uno dei voti validi. Tale “legge truffa” fu abrogata l’anno successivo. Oggi, la legge elettorale in corso di approvazione prevede che il partito il quale al primo turno di voto (per la sola Camera) ottiene il 40% dei voti validi conquista 340 seggi su 630, vale a dire il 54% dei seggi disponibili. Ma nessuno dice che questa è una legge truffa, dicono solamente che si chiama “Italicum”. Con calcolo approssimativo, a quel partito spetterebbero 252 seggi (il 40% di 630), ma gliene vengono regalati altri 88, togliendoli agli altri partiti. Perché questa cosa? Dicono sia per la governabilità. Ma la rappresentanza dove va a finire? Dove va a finire la corrispondenza proporzionale tra i voti ricevuti e i seggi attribuiti? L’art. 53 della Costituzione dice che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Se questo criterio di proporzionalità vale per il fisco, volete che non valga per il voto e quindi per l’attribuzione dei seggi ai partiti? Certo che vale anche in questo caso, ma chi vuole l’Italicum se ne è dimenticato.




Giannantonio Camerra

Schio (Vi)





Caro lettore,

il voto serve a conoscere gli orientamenti politici della popolazione ma anche a consentire la formazione di un governo stabile, dotato cioè di una maggioranza chiara e quanto più possibile al riparo dalle manovre di palazzo. L'Italicum cerca di dare una risposta a questa esigenza di funzionalità democratica, esattamente come si proponeva di fare la riforma del 1953 voluta da De Gasperi e che non era affatto una "legge truffa", ma passò alla storia con questo nomignolo in virtù dell'abilità propagandistica dell'opposizione social-comunista. Anche oggi è in atto un tentativo simile, ma invece che montare polemiche su questioni di principio sarebbe più utile un confronto sui contenuti e gli obiettivi di una riforma elettorale. Che deve essere uno strumento per far meglio funzionare una democrazia non per indebolirla.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci