La sinistra italiana studi la "lezione" dell’Inghilterra

Martedì 24 Marzo 2015
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Caro direttore,

alle minoranze del Pd dico: chiunque voi siate, mi dispiace dirvelo, ma al Largo del Nazareno non c’è più casa vostra. Dal giorno in cui è entrato Berlusconi. Non ve n’eravate accorti? O fate finta di niente? Ora si chiama Partito Denuclearizzato e voi, con rammarico, siete le scorie radioattive. Fate buon viso, andatevene, prendete in affitto un bel quartierino dignitoso in Viale della Rinascita, angolo via del Gufo. E lasciate spazio agli eredi. Sono stanca di vedervi lì a soffrire, date retta. I cambiamenti fanno bene, c’è troppa aria fritta che circola in quel posto, lasciatela friggere. Sceglierei, se fossi in voi, una casa al numero 18. C’è una palazzina anni ‘70 da ristrutturare, in via dello Statuto, è un po’ vecchiotta ma con un po’ di buona volontà e qualche ritocco, potrebbe tornare come nuova. Senza impegno, vorrei suggerirvi un bravo “restauratore”. Onesto, capace, affidabile e con esperienza. Si chiama Maurizio, lo trovate alla Fiom. È un tipo alla mano, non vi chiederà molto, ma, mi raccomando, non vi arrabbiate se vi farà fattura con Iva. È uno che su queste cose non transige. Il nome? SI: Sinistra Indipendente (o innovativa). Più affermativo di così...




M.G.

Venezia




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Cara lettrice,

in Europa i grandi partiti di sinistra, dai socialdemocratici tedeschi e svedesi ai laburisti inglesi, riescono a far convivere al loro interno posizioni politiche molto diverse e distanti tra di loro. E la loro forza, nel corso della storia, è stata spesso proprio questa: la capacità di far prevalere le ragioni dell'unità rispetto a quelle delle identità personali o di gruppo. La sinistra italiana invece è affetta dalla sindrome della scissione, un virus che è una diretta conseguenza della vocazione minoritaria ed elitaria di tanta parte del nostro schieramento progressista ed ex comunista.



Landini è figlio di questa cultura politica, insieme autolesionista e autocelebrativa. Del resto basta osservare il leader della Fiom quando parla in tv o arringa i suoi: si piaccia molto, trae un'intima soddisfazione nel calarsi dei panni del capo popolo, o meglio di quello che lui immagina essere il popolo. E questo autocompiacimento prevale su tutto: anche sulla possibilità che le sue scelte danneggino più il centrosinistra che lo schieramento avversario. Ma quando in Gran Bretagna nel Labour Party salì al potere il "moderato" Tony Blair, non ci fu nessuna scissione e nessun Landini in salsa britannica. E con Blair il Labour Party ha governato per dieci anni. E dopo le sue dimissioni altri tre con Gordon Brown. Numeri che dovrebbero far riflettere.

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