"Strage islamica", caro Don non solo
i giornali devono riflettere sulle parole

Martedì 24 Novembre 2015
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Caro direttore,

avrei voluto scriverle il giorno dopo che il Gazzettino aveva titolato “Strage islamica”. Avevo pensato che fosse una svista, ma l’altro ieri avete ancora titolato: “Un’altra strage islamica”. Lei sa che la matrice del terrorismo non è la religione islamica ma sono radici storiche ed economiche che sono collegate con la nostra storia e il nostro sviluppo economico. Perché alimentate sospetti e indicate piste di giudizio fuorvianti? Sono impressionato a vedere le piazze europee piene di giovani con fiori e candele.



Sicuramente dicono no alla violenza disumana del terrorismo, ma chi li aiuta a leggere le motivazioni del loro malessere, del loro sentirsi insoddisfatti e senza sogni in questa nostra società occidentale? Le scrivo alla vigilia del funerale di Valeria che, come dice il Patriarca, avrà per sfondo la Chiesa di San Marco. Perché non ripensiamo seriamente insieme, credenti e non credenti, al cambiamento del nostro stile di vita?




Don Gianni Fazzini

parroco di Altino e Portegrandi




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Caro don Fazzini,

non credo sia il tempo di polemiche inutili, ma la sua lettera impone una rispettosa quanto franca risposta. I titoli che lei contesta non alimentano sospetti, nè indicano piste fuorvianti. Di più: non esprimono neppure giudizi. Fotografano drammaticamente una realtà, raccontano i fatti per quello che sono, piaccia o meno. E i fatti dicono che a compiere la strage di Parigi (cosiccome a colpire le Torri gemelle o l'aereo russo sopra l'Egitto) sono stati estremisti islamici, profeti di morte che massacrano altri uomini nel nome di Allah.



Come dovremmo definirli? Forse "sedicenti islamici" rispolverando quel capolavoro di ipocrisia lessicale che negli anni di piombo in Italia faceva parlare di "sedicenti Brigate rosse", per negare la (comprovata) appartenenza di Curcio e compagni alla tradizione marxista-leninista? La storia qualcosa dovrebbe pur insegnarci. Per comprendere la realtà bisogna, innanzitutto, guardarla in faccia, senza pregiudizi, avendo il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, anche quando farlo significa mettere in discussione certezze e convinzioni. Il terrorismo, in ogni epoca e in ogni latitudine, si alimenta di un'energia dell'odio che tra la sua origine da un credo superiore e da una prospettiva di redenzione contro cui la ragione nulla può: i tagliagole dell'Isis e i mercanti di morte di Al Qaida trovano la loro "ragion d'essere" nella religione musulmana.



Per quanto aberrante e atroce possa essere, questa è la realtà. Ma affermare tutto ciò non equivale a criminalizzare l'Islam. Nè significa disconoscere che nel mondo ci siano milioni di musulmani che desiderano vivere in pace e che, per molte ragioni, sono essi stessi vittime dei terroristi islamici. Significa invece essere consapevoli del momento storico che stiamo vivendo e di chi vuole colpirci e annientarci. Come cittadino e come credente, credo piuttosto siano fuorvianti affermazioni come quelle contenute nella sua lettera. Cosa significa affermare che la «matrice del terrorismo sono le radici storiche ed economiche collegate alla nostra storia e al nostro sviluppo economico»? Forse che la responsabilità delle stragi è, in ultima analisi, della "dannata" società occidentale? Saremmo noi, la nostra storia, la nostra cultura la "matrice" (dal latino matrix: utero), cioè la fonte originaria, del terrorismo? Caro don Fazzini, posso comprendere le sue buone intenzioni, ma forse non siamo solo noi giornalisti a dover riflettere sulle parole che usiamo.



Di tutto abbiamo bisogno, in questo momento, fuorchè di analisi semplicistiche che rischiano di apparire come una legittimazione storico-politica del terrorismo. Lei auspica che tutti, credenti e non credenti, riflettano sul nostro stile di vita. Ha ragione. Aggiungo anche che dobbiamo rifuggire dall’odio e dalla vendetta. Ma abbiamo anche il diritto-dovere di difenderci da chi vuole imporci con la violenza i suoi stili di vita. Senza temere di chiamare le cose con il loro nome
Ultimo aggiornamento: 14:59

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