​Alluvioni, dopo l’emergenza
resta l’inerzia della politica

Domenica 12 Ottobre 2014
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Caro direttore,

ancora una volta Genova paga con una tragedia per l'alluvione di questi giorni. Neanche dopo quella del 2011, non hanno fatto nulla per mettere in sicurezza la città, da queste alluvioni. Adesso, come al solito e come è sempre stato dappertutto, inizierà il balletto delle responsabilità. I politici daranno la colpa ai burocrati e questi a quelli.



Così i cittadini genovesi, ma potrebbero essere di qualsiasi città o paese italiano, passata un’alluvione, pazientemente ne dovranno aspettare un'altra. Speriamo almeno che questa volta cominci a intervenire la Magistratura e ponga fine a questo andazzo. Che faccia la sua inchiesta, scovi i responsabili e li punisca. Se a Genova qualcuno ha permesso di fabbricare sopra i torrenti, venga denunciato e punito. E i palazzi vengano abbattuti. Le acque devono avere il loro sfogo. E bisogna tener presente che siamo in tempo di cambiamenti climatici. E’ emergenza, e nell'emergenza non si deve guardare in faccia a nessuno. I lavori di sicurezza idrogeologica devono avere, la precedenza su tutto.




Adamo Gasparotto

Spinea (Venezia)




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Caro lettore,

lei ha ragione, ma come insegna anche l'esperienza veneta, sull'onda dell'emozione, all'indomani dell'ennesima tragica esondazione o dell'ultima devastante bomba d'acqua, tutti sono pronti a prendere impegni e a stilare agende in cui al primo posto c'è la messa in sicurezza del territorio. Poi l'emergenza a poco a poco svanisce o viene superata da altre priorità e accade quello che anche ieri abbiamo scritto a proposto della tragedia di Genova: i soldi destinati alla tutela del territorio si disperdono in mille rivoli e le nostre città, i nostri fiumi, i nostri comuni restano in balia degli eventi atmosferici.



Con un'aggravante però: che la meteorologia negli ultimi tempi si è modificata e ha effetti più devastanti di un tempo. I cosiddetti eventi eccezionali sono in realtà sempre meno eccezionali e si ripetono con una sequenza che le statistiche, basate sulle serie storiche, non sempre contemplano. Questo rende il già fragile territorio italiano ancora più vulnerabile e di conseguenza assegna alle opere di difesa idrogeologica un'urgenza persino maggiore che nel passato. Ma non sembra che la classe politica, o almeno importanti settori di essa, ne sia consapevole. O preferisce interessarsi ad altro.
Ultimo aggiornamento: 13:21
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