Caro direttore,
quando ero piccolo mi piaceva un ragazzino del mio sesso, avevo i capelli lunghi e una voce tale che tutti mi scambiavano per una bambina. Ero arrivato a pensare che si fossero sbagliati dandomi un nome da maschio. Fortunatamente gli adulti di 40 anni fa ci insegnavano la tolleranza verso le diversità ma ci proponevano anche modelli chiari di identità sessuale e questo mi ha permesso di diventare un uomo eterosessuale molto felice della propria vita. Oggi invece noi adulti trasferiamo ai bambini modelli alquanto ambigui. Basti pensare ad un cartone animato “moderno” dove l'eroe è un maschietto che all'occorrenza si trasforma in una femmina e vince i nemici grazie al suo rossetto magico. Già in molte scuole si sono cancellate le figure del papà e della mamma sostituendole con quelle asessuate di "genitore 1" e "genitore 2". Non parliamo poi dell'attuale disegno di legge Cirinnà e delle folli teorie "gender" del nord Europa... Il prossimo passo sarà quello di vietare i fiocchi azzurri e rosa che si appendono quando nasce un figlio? Probabilmente, anch'io, se fossi nato in questi tempi, non saprei nemmeno cosa sono e avrei una vita alquanto infelice.
Fabio Rossi
Sarmede (Tv)
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Caro lettore,
la nostra società o almeno una parte di essa che, a torto, si ritiene più progressista e avanzata, confonde il concetto di libertà con quello di deresponsabilizzazione. Non guidare il proprio figlio a una corretta ed equilibrata visione della vita e dell'identità sessuale, qualunque essa sia, non è un atteggiamento illuminato nè libertario, è il venir meno ai propri doveri di genitore e di cittadino. Non discriminare e garantire pari dignità a chi ha orientamenti sessuali diversi non significa negare o annullare le differenze, che ci sono e rappresentano non un ostacolo ma una ricchezza. I papa e le mamme, per nostra fortuna, esistono ed esisteranno sempre, hanno un ruolo preciso e una funzione educativa che nessuna ideologia gender potrà' cancellare. E le teorie che sostengono il contrario, non propugnano una società più libera e rispettosa dei diritti, ma una società indifferenziata, appiattita e culturalmente dominata dalla dittatura delle minoranze.
quando ero piccolo mi piaceva un ragazzino del mio sesso, avevo i capelli lunghi e una voce tale che tutti mi scambiavano per una bambina. Ero arrivato a pensare che si fossero sbagliati dandomi un nome da maschio. Fortunatamente gli adulti di 40 anni fa ci insegnavano la tolleranza verso le diversità ma ci proponevano anche modelli chiari di identità sessuale e questo mi ha permesso di diventare un uomo eterosessuale molto felice della propria vita. Oggi invece noi adulti trasferiamo ai bambini modelli alquanto ambigui. Basti pensare ad un cartone animato “moderno” dove l'eroe è un maschietto che all'occorrenza si trasforma in una femmina e vince i nemici grazie al suo rossetto magico. Già in molte scuole si sono cancellate le figure del papà e della mamma sostituendole con quelle asessuate di "genitore 1" e "genitore 2". Non parliamo poi dell'attuale disegno di legge Cirinnà e delle folli teorie "gender" del nord Europa... Il prossimo passo sarà quello di vietare i fiocchi azzurri e rosa che si appendono quando nasce un figlio? Probabilmente, anch'io, se fossi nato in questi tempi, non saprei nemmeno cosa sono e avrei una vita alquanto infelice.
Fabio Rossi
Sarmede (Tv)
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Caro lettore,
la nostra società o almeno una parte di essa che, a torto, si ritiene più progressista e avanzata, confonde il concetto di libertà con quello di deresponsabilizzazione. Non guidare il proprio figlio a una corretta ed equilibrata visione della vita e dell'identità sessuale, qualunque essa sia, non è un atteggiamento illuminato nè libertario, è il venir meno ai propri doveri di genitore e di cittadino. Non discriminare e garantire pari dignità a chi ha orientamenti sessuali diversi non significa negare o annullare le differenze, che ci sono e rappresentano non un ostacolo ma una ricchezza. I papa e le mamme, per nostra fortuna, esistono ed esisteranno sempre, hanno un ruolo preciso e una funzione educativa che nessuna ideologia gender potrà' cancellare. E le teorie che sostengono il contrario, non propugnano una società più libera e rispettosa dei diritti, ma una società indifferenziata, appiattita e culturalmente dominata dalla dittatura delle minoranze.
