Le limitazioni alle vongole
e l'assurda burocrazia Ue

Domenica 1 Febbraio 2015
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Spett.le direttore,

rimango perplesso da quelle che avverto come imposizioni dell’Unione Europea all’agroalimentare nazionale. Ultima quella sulle dimensioni delle vongole, la cui taglia minima è prevista in 25 mm: l’Europa ha istituito un reato penale per chi raccoglie anche un singolo esemplare sottomisura, con ingenti sanzioni per gli operatori. Come semplice consumatore, osservo invece che le vongole surgelate che si trovano in tutti i frigoriferi dei supermercati, già sgusciate e pronte all’uso, presentano dimensioni davvero lillipuziane. Esprimendo la mia personale solidarietà ai vongolari professionisti dell’Alto Adriatico, mi chiedo se non si tratti di regole troppo restrittive o addirittura di una forma di concorrenza sleale, considerando che le vongole surgelate sembrano provenire da altri mari.


Furio Lazzarini

Cavallino-Treporti (Venezia)

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Caro lettore,

non sono un esperto di vongole, ma non mi stupirei che la norma a cui lei fa riferimento sia un frutto dell'insensata frenesia normativa della burocrazia comunitaria o dell'azione di qualche lobby straniera interessata a favorire un paese o una regione produttrice a scapito di altre. Forse qualche addetto ai lavori potrà spiegarcelo. Non sarebbe certo la prima volta che gli uffici di Bruxelles entrano a gamba tesa in un settore come quello alimentare: alla Ue sono noti per la straordinaria capacità di intervenire in modo inconsulto o interessato sulle tradizioni gastronomiche o le abitudini alimentari di un Paese. Ricordo che alcuni anni fa questi signori si impegnarono, per esempio, in una lunga discussione su quale dovesse essere la giusta curvatura delle banane che venivano importate in Europa. In un altro caso cercarono invece di vietare un formaggio italiano, lo strachitunt che da secoli viene prodotto in una valle della provincia di Bergamo, sostenendo che non rispettava i necessari dettami sanitari e che era quindi pericoloso per la salute. Per fortuna, e grazie anche un editoriale che apparve sulla prima pagina Corriere della Sera a firma di Alberto Ronchey in difesa dei prodotti italiani e contro l'idiozia comunitaria, il tentativo fallì. Pochi anni dopo il cuoco Vissani rese famoso lo strachitunt definendolo il miglior formaggio italiano. Questione di gusti, naturalmente. Resta il fatto che a Bruxelles volevano decretarne la morte.

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