Chiesa-moschea, operazione
mediatica per far parlare di sè

Mercoledì 13 Maggio 2015
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Egregio direttore,

non entro nella polemica moschea si, moschea no, non credo che sia questo il punto. In linea di principio io non sono contrario, l'importante è che ci sia il rispetto della dignità e della civiltà di tutti. Ma perché questi geni di artisti, spacciano la loro ricerca di successo a tutti i costi per arte? Perché devono umiliare a tutti i costi una religione a vantaggio di un'altra?

Facile fare una moschea dentro le mura di una chiesa cattolica cristiana, in una città da secoli libera e di mentalità aperta come Venezia e attirare le luci dei media su di sè... bravo, bella idea, arte? Non sono un esperto ma ho qualche dubbio che si tratti di arte. Perché questo genio di artista, tanto bravo e coraggioso, non prova a trasformare una moschea di un paese arabo in chiesa cattolica o tempio buddista?

Silvano



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Caro lettore,

se chiedessimo a cento persone che cos'è l'arte avremmo probabilmente (e giustamente) cento risposte diverse. Il grande architetto Frank Lloyd a chi gli poneva questo quesito replicava seccamente: "Se si vende è arte". Un po' meno mercantile e più articolata la tesi del filosofo Theodor Adorno secondo il quale "il compito attuale dell'arte è introdurre caos nell'ordine". Credo che però sia abbastanza inutile interrogarsi sul valore artistico della moschea installata a Venezia in una ex chiesa cattolica. Siamo di fronte a un'operazione mediatica. Una provocazione ideata e realizzata per far parlare di sè. Un obiettivo che con tutta evidenza l'autore della "chiesa-moschea" ha perfettamente raggiunto. E almeno in questo, si è dimostrato un abile artista.

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