Non si costruisce il futuro se cancelliamo il passato

Domenica 24 Maggio 2015
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Caro direttore,

che giorno è? Bisogna ancora ricordare, per far conoscere, per insegnare, per non dimenticare, per proteggere la democrazia, per combattere la mafia, per scuotersi dall'indifferenza, per sentirsi vivi, per essere liberi, per essere uomini.



Che giorno è? Guai a chi dimentica i propri testimoni, i propri martiri, chi con coraggio inconsapevole o consapevole ha speso la propria vita per creare una comunità buona, una società migliore. Chi dimentica è condannato a subire il peso degli errori che i testimoni volevano rimediare.



Che giorno è? Non ero nato nel 1915. Nemmeno mio padre e mia madre, che però subirono la sciagura della seconda guerra mondiale: mio padre, combattendo e finendo in un campo di concentramento tedesco vicino ad Amburgo; mia madre, patendo le difficoltà di chi rimaneva e viveva come poteva.



Che giorno è? Io ho 51 anni fra tre giorni. Ne avevo quasi ventotto quando Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro morirono sull'autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo allo svincolo di Capaci, in provincia di Palermo. Mille chili di tritolo, un inferno improvviso, un'apocalisse moderna.



Che giorno è? Bisogna ricordare, anche se fa male. Comincio a odiare questo verbo, a volte ti costringe a sforzi dolorosi, sembra non lasciarti spazio per altri verbi, che configurano azioni e situazioni dolci, spensierate, serene. Invece noi siamo qui, a ricordare, perché se possiamo ancora godere della nostra libertà dobbiamo avere in mente chi ne ha pagato il prezzo.



Che giorno è? Oggi è il 24 maggio 1915 e il 23 maggio 1992.




Paride Antoniazzi

Conegliano
(Tv)



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Caro lettore,

condivido parola per parola. Oscar Wilde diceva che "la memoria è il diario quotidiano che ciascuno di noi porta con sè". Purtroppo molti preferiscono strappare le pagine più dure e indigeste di questo diario. È comprensibile: fare i conti con la propria memoria, quella individuale e quella collettiva, è spesso doloroso e faticoso. Ma non si costruisce un futuro migliore cancellando, o fingendo di ignorare, il passato.

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