Ancora un "killer stradale" che la passa liscia

Venerdì 20 Marzo 2015
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Caro Gazzettino,

Ilar Beti, imprenditore straniero che ubriaco alla guida di un Suv imboccò contromano la sera del 13 agosto 2011 la autostrada A26 uccidendo 4 ragazzi francesi e ferendo in modo grave un quinto, può tirare un sospiro di sollievo e restare "impunito" perchè la corte di Cassazione ha infatti annullato con rinvio la condanna esemplare inflittagli dalla Corte d’Assisi d’Appello di Torino.



Quell'uomo aveva giocato una folle roulette russa fatta di alcol e trasgressione sulla pelle di altri, la Cassazione non ha riconosciuto il dolo, per i nostri giudici "supremi" non è omicidio volontario. Quest’altalena giudiziaria dimostra un vuoto legislativo che fa sì che chi uccide sulla strada resti di fatto impunito mentre per i familiari delle vittime è un supplizio aggiuntivo e un calvario doloroso.



La nostra associazione (Familiari Vittime della Strada - AIFVS) non vuole vendetta ma vera giustizia, chi uccide sulla strada non va in carcere, i familiari invece sono condannati al dolore per la vita.

Considerando le pene medie di 2 anni e 8 mesi per chi uccide al volante mentre è in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe e magari si dà alla fuga, ci si chiede se la proposta di omicidio stradale ha veramente un futuro o se i crimini stradali siano da considerarsi un inevitabile pedaggio da pagare al progresso.



Pierina Guerra

Coordinatrice per il Veneto AIFVS


Ultimo aggiornamento: 18:49

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