Quei controlli di polizia un po' troppo accusatori

Sabato 22 Marzo 2014
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Venerdì scorso passeggiavo per la stazione di Padova, procedendo in direzione della mia auto parcheggiata poco distante. Ad un certo punto si è avvicinata una camionetta dell’Esercito, facente parte dell’operazione “Strade Sicure” e i militari a bordo mi hanno fermato chiedendomi dove stessi andando, e, quando ho risposto che sono uno studente universitario e che mi stavo dirigendo verso la mia auto, guardandomi perplessi, hanno iniziato a rivolgermi una serie di domande che somigliavano molto ad un interrogatorio, come ad esempio perché ho parcheggiato l’auto per poi utilizzare un mezzo pubblico, se frequento spesso la stazione e se fumo.



Ho spiegato di avere dei vecchi biglietti e poi che no, non fumo, non ancora soddisfatti, mi hanno messo davanti alla camionetta e mi hanno fatto tirare fuori quello che avevo nelle tasche. Quando finalmente si sono accorti che avevo un biglietto usato uno di loro mi ha risposto “bene, le credo” (come se la mia versione dei fatti fosse stata talmente fantasiosa da aver bisogno di un analisi accurata e nulla osta a procedere) e mi hanno lasciato andare.



Ora, non è successo nulla di grave, ma mi ha fatto sorridere il modo in cui questi uomini di Stato si sono prodigati a fermarmi e i loro sguardi accusatori (con buona dose di sarcasmo) , come se fossi un terrorista o uno spacciatore, verso una persona che stava camminando per strada. Inoltre questa vicenda mi ha fatto riflettere sul fatto che da un po’ di tempo, in questa città (e non solo), la presenza delle Forze dell’Ordine, è diventata talmente massiccia e invasiva da non essere più al servizio del cittadino, ma limitante per la libertà di movimento delle persone. La nostra società , grazie alla politica degli ultimi anni, sta diventando sempre meno accogliente, e sempre più autoritaria e repressiva. Evidentemente non è servita la lezione del ventennio fascista.



R. F.

Padova
Ultimo aggiornamento: 22:59

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