Caro Oliviero, una veneta le dà, tristemente, ragione

Giovedì 12 Febbraio 2015
Caro Oliviero, una veneta le dà, tristemente, ragione
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Caro Gazzettino,

vorrei inoltrare questa lettera aperta a Oliviero Toscani.



Io sono una donna veneta, parte di quel popolo che lei ha così definito: «Popolo di ubriaconi, alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri» proseguendo con «Poveretti i veneti, non è colpa loro se uno nasce in quel posto, è un destino. Basta sentire l'accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino.»



Dichiarazione generalizzante e provocatoria a dir poco. Lei, d'altra parte, sulla provocazione ha costruito una carriera, che ha suscitato reazioni offese da parte di veneti e non. Il presidente della Regione Zaia le ha chiesto le scuse, che lei ha fatto in un modo che non fa che rafforzare la sua dichiarazione e pare sia partita un'azione legale contro di lei, cui ormai hanno aderito moltissimi veneti.



Beh, Toscani, io non aderisco, le dirò di più, pur non condividendo i modi, le do totalmente ragione nei contenuti. Io vivo nel Quartier del Piave (Treviso), nel cuore della produzione del Prosecco, immersa, da ogni lato, in una campagna piena di vigneti.

Vivo in uno di quegli otto paesi in cui c'e' la più alta dipendenza giovanile dall'alcol dell'intera Regione, cito: "Iniziano a 13 anni, a 24 molti di loro sono già in cura al Centro per le Dipendenze Giovanili dell’Ulss7. Sono i ragazzi del Quartier del Piave: Pieve, Sernaglia, Follina, Refrontolo, Farra, Moriago, Cison e Miane.



Numeri alla mano, secondo una ricerca dell’Ulss i giovani bevitori più incalliti vengono proprio da quegli otto paesi lì. Loro, magari, ne andranno pure fieri. C’è poco da ridere, in realtà. Secondo i numeri del Dipartimento per le Dipendenze, nel 2013 sono stati contattati 234 minori “a rischio”. Di questi, 58 sono stati accompagnati a un percorso di recupero nel Centro per le Dipendenze. E sono state evase 20 richieste di monitoraggio nei luoghi a rischio in diversi Comuni. [...] Frequentissimi gli episodi di ubriacatura e comportamenti di tipo binge-drinking ( assumere nel più breve tempo possibile il maggior numero di bevande alcoliche, per sballarsi). Un problema che ha radici profonde, secondo l’Ulss collegato a «una zona che tradizionalmente si è distinta per la produzione vitivinicola e che, di conseguenza, esprime anche una cultura di forte tolleranza nei confronti del consumo di alcolici."



Questo riguardo ai giovani, ma mica la cosa è molto diversa tra gli adulti. Secondo il "Rapporto Osservasalute del Policlinico Gemelli" il Veneto spicca in negativo per quanto riguarda il consumo di alcol: infatti, la regione, nel 2009 presenta la quota più bassa in Italia di NON consumatori, pari al 23,8% della popolazione, contro un valore medio nazionale del 28,7%. I consumatori sono il 73,6% contro un valore medio nazionale del 68,5%. La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 26,7% dei maschi, (valore medio italiano 20,5%) e al 6,7% delle femmine (valore medio italiano 5,3%).



Fin qui i dati, poi c'è la mia esperienza personale, Toscani, che conferma il tutto. Ho avuto un padre alcolista, un nonno alcolista, una zia alcolista, ho conosciuto personalmente tante persone rovinate dall'alcol, morte di cirrosi, con tumori in gola (facile insorgenza per grandi bevitori), col cervello bruciato e ridotti a simil dementi, uomini, ma anche tante donne, in ogni fascia d'età, e anche giovanissimi.



Le famiglie rovinate sono tantissime, i figli che per sempre si porteranno le ferite psicologiche (quando non fisiche) inflitte da un genitore alcolizzato anche.

Io tra questi. Dovremmo cercare di non offenderci, di non essere ipocriti e di correre ai ripari, non con denunce, ma prendendo spunto dalla sua provocazione per arginare questo problema diffuso a livello endemico. Essere grandi produttori di vino, del famosissimo Prosecco, sarà anche una gran cosa, ma vediamo di non rendercene schiavi.



Quando ho pubblicato questa mia esperienza sul mio profilo Facebook, subito altre amiche che vivono in questa, peraltro da mille altri punti di vista, bellissima Terra, hanno parlato delle proprie: padri, mariti, compagni, parenti alcolisti. Poche sono le famiglie che rimangono immuni dal "problema".



Il Veneto è una Regione ricca di bellezze storiche ed ambientali su cui dovrebbe fondare una profonda rinascita culturale. Il vino riempie anche i vuoti che lascia il disinteresse per tutto ciò che non sia lavoro, guadagno, divertimento. Il miracolo del Nord-Est, per quanto ora in crisi, le mille fabbriche nate in pochissimi anni, si sono fondate su un forte istinto imprenditoriale e amore per il lavoro, che però non può essere l'unico valore sennò si cola a picco, cercando la propria vita sul fondo di una bottiglia.



Quanto al nostro accento, no, quello non c'entra. Per quanto io lo detesti lì siamo nel "de gustibus".

Peccato solo che spesso, non tanto nell'accento, ma nel costante uso del dialetto, non ci sia una fierezza culturale, come si vuol far credere, ma spesso, ahimè, ancora una mancata vera conoscenza dell'italiano, quindi, ancora, una lacuna culturale.



La saluto, spero che qualcosa di buono, costruttivo, e non un'inutile risentimento possa essere la reazione alla sua provocatoria dichiarazione.

Purtroppo ne dubito.



Lucia Lorenzon

Treviso
Ultimo aggiornamento: 14:12

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