Quella bestemmia del giovane alla messa di Natale

Lunedì 5 Gennaio 2015
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Ho letto della bestemmia con cui un giovane ha voluto manifestare un suo “esistere” durante la messa di Natale: da giovani si fanno certe esperienze, poi si assumono comportamenti che tendono a prevenire situazioni negative.



Non so da quanto si celebri a Mirano la messa di Natale a mezzanotte, ricordo però la mia prima volta; per tanta che era la gente assiepata all’interno e fuori della chiesa, non riuscii a trovare un posto decente così che fu vanificato il mio intento di vivere quel momento con l’intensità e la profondità interiore che mi ero prefissato. Quella fu anche l’ultima di giovane ragazzo della parrocchia.



A quel tempo eravamo presuntuosi, non ci andava per niente bene vederci intrappolati nella mercificazione della mondanità, tant’è che per alcuni anni a seguire, si andava alla messa del mattino presto in piccoli borghi di montagna, dove i fedeli si potevano contare senza fare troppa fatica.



Ognuno avrà vissuto il Natale come avrà creduto meglio per la propri esistenza. Al lettore del Vostro quotidiano nei giorni scorsi è stata data la notizia di una bestemmia in chiesa il giorno di Natale, c’è chi ha in bocca parole di libertà, solidarietà e benevolenza, c’è chi intercala epiteti, chi usa termini salva tutto come “assolutamente” e un detto questo.



Il codice penale riporta come la bestemmia sia un atto sanzionabile. Per chi vive la “chiesa” il fatto avrà la sua significatività distinta tra motivazioni, valori e dottrina. Che vada difeso il diritto di cronaca ne sono convinto, voglio pensare che la foto di un funerale il giorno della natività di nostro Signore sia una ingenuità ed un errore da non ripetere, perché altrimenti il valore della comunicazione si ridurrebbe a chiacchiericcio pettegolo e non professionalità unita all' impegno per il miglioramento.



Giovanni Boldrin

Mirano


















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