Siamo in un mondo dominato
dalla violenza e non è virtuale

Mercoledì 30 Settembre 2015
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Si vive ormai in un mondo dominato dalla violenza, non quella virtuale portata da Internet con cose stravaganti, inusuali. Cose che fino a pochi anni fa sembravano limitate al loro mondo irraggiungibile dell’immaginario. Lo strapotere della violenza domina il nostro quotidiano con una potenza inimmaginabile, quasi impossibile da fermare. Questa violenza si abbatte come un macigno su tutto ciò che caratterizza la vita dell’essere umano. Il sangue corre inarrestabile sulle strade, nelle famiglie, nei mari, nelle città. Le leggi non bastano più a fermare questa spirale che sembra piombarci addosso da chissà dove. Eppure, questa violenza che fa scorrere fiumi di sangue ha un’origine precisa che spesso e volentieri ignoriamo.

La violenza fisica che tutti condanniamo per i suoi effetti devastanti, per la paura delle sue ramificazioni non esce dal nulla. Essa si nutre dai nostri comportamenti, dal nostro modo di vedere le cose, dalla prepotenza di creare attorno alla nostra esistenza altri mondi. Quelli subalterni dai quali nascono il nostro potere, il nostro dominio assoluto senza nulla temere. Questa violenza fisica che tanto condanniamo non è altro che figlia “dell’altra violenza” di cui non parliamo, ma esiste ed è più forte di quella fisica. La madre di tutte queste azioni che ci portano spesso a piangere i nostri morti e feriti credendo nella loro innocenza si chiama “violenza morale”.

La violenza morale trae la sua forza dall’invisibilità delle sue azioni. E questo fatto la rende micidiale. E’ terrificante per chi la subisce senza poter reagire. Acceca, distrugge la vita delle persone, ignora i sacrifici, umilia nel più profondo della sua meschinità. La violenza morale mette alla prova i tuoi nervi, la tua capacità di sopportazione. Ti uccide a fuoco lento, il tempo essendo dalla sua parte. Sei l’unico a subirne le conseguenze, molto spesso nell’indifferenza totale di chi viene a conoscenza del tuo essere vittima. Tutto dipende dalla tua capacità di sopportazione e di reazione. Spesso, chi usa la violenza morale è un potente, oppure protetto da un nugolo di amici in un sodalizio immorale, sapendo della tua debolezza. Questa presunzione viene spesso smentita, prima o poi, dalla vittima, la quale reagisce con la violenza fisica. A quel punto interviene l’opinione pubblica a dare i suoi giudizi insensati, inopportuni, quasi volgari. Eppure, come succede in Italia, la stessa opinione pubblica è spesso testimone di violenze morali, senza però reagire al momento opportuno. Un'opinione pubblica che si nutre di omertà di fronte a comportamenti disumani. E coloro che avevano addirittura l’autorità di prevenire il manifestarsi della violenza fisica, si fanno credere ignari della situazione. Che buffi!

In Italia, spesso latita la prevenzione della violenza morale finché le vittime non reagiscono. Ci sono stati innumerevoli situazioni inascoltate, fino a fare passare i denuncianti come pazzi, schizofrenici. Gente da ricoverare in psichiatria per proteggere i veri autori di violenza…morale.

Dall’alto del suo potere, spesso l’autore di violenza morale si fa scudo delle istituzioni, soprattutto se la vittima viene riconosciuta come “cane che abbaia, ma non morde”. Questa convinzione è pura meschinità, e soprattutto arrogante. Certe devianze umane partono da questi presupposti sbagliati. Perciò, ogni violenza fisica, anche se condannabile, trae la sua radice dalla violenza morale.



Emmanuel T. ZAGBLA

Padova


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