Ecco le 4 mosse perchè il Terziario conti davvero per quello che vale

Venerdì 13 Giugno 2014
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A Treviso abbiamo presentato di recente il Report 2014 realizzato da Confcommercio ed EBiCom per fotografare il Terziario, un comparto che nella Marca conta oltre 54 mila imprese. L’aspetto che più colpisce non sono solo i numeri del settore (23mila imprese nel commercio, 6000 nel turismo, 26mila nei servizi) ma le caratteristiche dell'imprenditore tipo trevigiano: non giovane, con fatturati “piccoli”, molto orientato verso i servizi alle imprese (sicurezza, tecnologia, logistica, ICT) e concentrato lungo tutto l’asse Nord-Sud: da Vittorio Veneto a Mogliano.



Questo dinamico comparto, forte dal punto di vista numerico, ha dimostrato (e sta dimostrando) di essere fondamentale per trainare la ripresa, e le sue caratteristiche ci fanno comprendere che sta diventando non solo parte integrante dell’economia provinciale, ma caratteristica saliente e di un territorio che si sta modificando profondamente nella sua struttura portante. Occorrono nuove ricette.



A questo terziario: piccolo ma creativo e dotato di grandi “passioni” , largamente diffuso nel territorio, ma tenace di fronte alla crisi, capace di interpretare i più imprevedibili cambiamenti dei consumatori, in grado di sopportare sacrifici e restrizioni, indispensabile per la qualità dei servizi che eroga al manifatturiero ed alla società tutta (basta pensare ai servizi tecnici resi alle imprese o alla cura degli anziani nella società) servono 4 elementi nuovi.



1 - presa d’atto ufficiale da parte della Politica che deve porre al centro dei propri interessi e del proprio agire la piccola e media impresa, considerandola attore centrale del nuovo scenario di ripresa che si sta creando, e riconoscendo al contempo al comparto terziario legittimità, funzione e ruolo.



2 - un nuovo approccio da parte dei Sindacati, al fine di avviare adeguate politiche di concertazione che, oltre a garantire la dovuta rappresentanza ai tavoli decisionali e progettuali, sia in grado di generare contratti propositivi che non devono ingabbiare il settore ingessandolo tra regole e burocrazia, ma gli possono attribuire linfa vitale e sicurezza attraverso una nuova ed intelligente flessibilità. Abbandonare, nella sostanza, la logica del posto fisso per quella meritocratica del lavoro buono, produttivo, incentivante, efficace.



3 - cambiamento strutturale anche da parte dei territori e di chi li amministra. Perché il terziario, da settore avanzato e ricco di competenze, possa diventare un settore in crescita stabile, servono territori altrettanto evoluti, dotati di infrastrutture adeguate, di collegamenti veloci, di adeguati servizi accessori, capaci di favorire un dialogo ed una corretta interazione tra imprese, cittadini e consumatori, in una logica di nascita di reti e nuove alleanze. Per citare Aldo Bonomi- i territorio devono trasformarsi in “smart land”, seguendo la logica della sostenibilità e dell’interconnessione.



4 - un passaggio culturale , da compiere tutti insieme, (imprese, gruppi sindacali ed Associazioni) in maniera convinta e consapevole, andando a ricercare la fiducia perduta nei pregressi anni di crisi. Ritrovare la fiducia ed agire di conseguenza, sul piano imprenditoriale, significa assumersi direttamente, in maniera sana ed onesta, l’onere del rischio, facendo un passo in avanti senza timori e senza paure. In altre parole, muoviamoci guardando al futuro, rinunciando a clausole di garanzia. Nessuno le potrà firmare. Costruiamo invece relazioni solide, dirette, trasparenti, capaci di reciprocità ed interazione autentica. Occorrono dunque nuove ricette, per sostenere l’economia che avanza e comprenderne a pieno la fisionomia, ma solo attraverso questa agire diverso lo sviluppo potrà diventare crescita stabile, e la provincia di Treviso potrà continuare a competere con le aree più produttive.



Guido Pomini

Presidente Cnfcommercio Treviso
Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 10:40