Io, ateo, sulla questione
presepi la vedo così

Mercoledì 2 Dicembre 2015
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Come vecchio a-teo mi piacerebbe dire la mia.
Sarebbe bene che il vescovo di Padova dicesse semplicemente e umanamente: "mi sono sbagliato".
Come è notissimo la nascita di Cristo (il natale), il Cristo e e la madonna hanno un ampio ruolo nel Corano e nella tradizione islamica (certo c'è una diversa lettura del problema della crocifissione).
Dire che il presepio sia cosa solo del costume è un pochino strano per un vescovo. Si dimentica che il presepio fu la grande innovazione di S.Francesco che apriva a una lettura innovatrice del Vangelo e si trascura il fatto che le immagini sono elementi essenziali dell'esperienza di fede di un popolo(comunque la si giudichi), oltre che fonte per il centrale rapporto con gli altri (a meno che non si abbia una visione iconoclasta).
La rinuncia a un'espressione della propria identità e in Francia l'indicazione del consiglio dei comuni francesi investe, presepi, processioni, manifestazioni religiose cristiane in quanto considerate divisive. Qua e là ci sono passetti in questa direzione già anche qui.
Come ateo, poi, direi semmai che si permetta anche all'iman o al rabbino di incontrare gli studenti che lo vogliono) al pomeriggio e così per il Vescovo (c'è una sacralità dell'insegnamento da difendere).
Sempre come ateo (giusto o sbagliato) penso: che il confronto critico con cristiani, ebrei, islamici ci riguardi perché ci riguarda il senso del vivere.
Due critiche: per l'Islam il problema centrale è l'indistinzione tra religione, politica ed etica per cui la divergenza tende a trasformarsi in guerra o totalitarismo (sunniti, sciiti etc). Su questo bisognerebbe discutere, altro che vaga tolleranza.
Per quanto riguarda il problema di che cosa sia di costume da trascurare (il vescovo dovrebbe saper distinguere tra tradizione e costume) su cui la Chiesa dovrebbe decidere con urgenza (non per appiattirsi sul secolo (mondo o come diavolo volete): il ruolo delle donne nei vertici della Chiesa, il problema della pillola (prima della formazione dell'embrione), e probabilmente articolare anche la possibilità di sposarsi (scelta-vedano loro come etc) dei preti. Dietro ci sta un enorme ritardo nel pensare a fondo il problema del corpo.
Questi problemi non sono superabili confondendo la Caritas con la melassa. La Caritas è cosa seria che ci riguarda e interroga tutti credenti e non, impossibile secondo Freud, ma forse necessaria. Caritas che non cancella però il thanatos (fu il grande errore del comunismo), né il narcisismo dei buoni.
Mah!
Lino Giove
Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 18:03

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