Vaccinazioni, l'Emilia Romagna: «Segnalare alla Procura i genitori che le evitano»

Lunedì 12 Ottobre 2015 di Stefania Piras
Vaccinazioni, l'Emilia Romagna: «Segnalare alla Procura i genitori che le evitano»
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“Bisogna tornare a segnalare in Procura chi non vaccina i propri figli”. Sergio Venturi, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna è pronto a rispolverare un vecchio provvedimento regionale per arginare il fenomeno delle famiglie che rinunciano alle vaccinazioni. Si tratta di una delibera di giunta del 2009 che imponeva l’obbligo di segnalare alla Procura dei minori i bambini che non si presentavano ai richiami vaccinali predisposti dalle aziende sanitarie. Nel 2013 poi questo obbligo è stato rimosso. Ora si ragiona se reintrodurlo o meno, visto che i database regionali riflettono coperture vaccinali sempre più a macchia di leopardo.



“Non vaccinare i bambini è una posizione da radical chic – afferma Venturi - abbiamo notato che si è messa in moto questa dinamica, spinta da cattivo uso dei social, che alimenta leggende pericolose. E il risultato è che ricominciano a circolare virus che non vedevamo da anni. Non solo, abbiamo notato anche che questa minore attenzione alla vaccinazione si impenna nella fascia medio alta della popolazione”. Gli obiettori, fa notare Venturi, non sono stranieri arrivati da qualche anno che faticano a orientarsi tra i servizi sanitari o persone con un grado di istruzione basso. “Qui è in gioco la tenuta della comunità. Pensateci. Bastano due bambini: uno che non si è vaccinato e l’atro che ha un' immunodepressione e rischia di contrarre un’infezione. E’ pericolosissimo”.



“C’è un problema di comunicazione sul sistema vaccini”, lo ammette Stefania Salmaso, responsabile del centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Salmaso denuncia che “circa 5000 bambini ogni anno non vengono vaccinati contro malattie come poliomelite, difterite e tetano. Circa 10.000 non ricevono, all'età giusta, la profilassi contro morbillo e rosolia”.



“In Italia abbiamo una grande tradizione di vaccini e di diritto alla salute”, prosegue Salmaso, ma “secondo i dati raccolti dal ministero della Salute, le vaccinazioni sono "cresciute in un periodo da 2000-2007 quindi rimaste stabili fino al 2012, e diminuite in modo preoccupate dal 2012 a 2014. Un calo con un flessione più importante in alcune regioni”. Colpa anche di internet, specifica l'esperta, che ha “permesso un modello comunicazione orizzontale in cui ogni comunicatore ha lo stesso peso”, senza distinzioni rispetto alla sua autorevolezza. Alcuni genitori “ritengono di essere particolarmente attenti perché mettono in dubbio e valutano quello che la maggior parte delle persone dicono, quindi vogliono 'uscire dal gregge'. In questo non c'è nulla di male - ma devono fare attenzione a quali informazioni prendono e da chi”.
Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 16:26

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