Spese pazze in Sicilia, 83 indagati. Anche il renziano Faraone

Mercoledì 15 Gennaio 2014 di Lucio Galluzzo
Davide Faraone
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C’ anche il democrat Faraone, responsabile welfare della segreteria Renzi, tra gli indagati per le spese pazze alla Regione Sicilia. Dopo avere valutato i faldoni ricevuti dalle Fiamme Gialle, il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, ed i sostituti Maurizio Agnello e Luca Battinieri hanno inviato avvisi di garanzia per l’ipotesi di peculato ad 83 deputati (su un totale di 90), molti dei quali ancora in carica. L’inchiesta riguarda i finanziamenti ai Gruppi delle due legislature antecedenti a quella in carica. Il danno per l’ erario viene quantificato in 10 milioni di euro.



Tra gli indagati figurano gli ex presidenti dell’ Ars e della Regione, Francesco Cascio (centrodestra) e Raffaele Lombardo (Mpa), e tutti gli ex capigruppo di tutti i “colori” e relative sfumature politiche: Innocenzo Leontini, Rudy Maira, Cataldo Fiorenza, Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Nicola Leanza, Nicola D'Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco. Tra i deputati “semplici” c’è anche Davide Faraone, assurto da qualche settimana a notorietà nazionale, in seguito alla nomina a responsabile del Welfare, su indicazione di Matteo Renzi.



BRACCIO DI FERRO

La notizia è piombata in Ars mentre era in corso un duro braccio di ferro tra partiti, tra questi e Governo per definire quella cortissima “coperta” che è la finanziaria siciliana, tirata da ogni parte. «Il passato ci perseguita», ha commentato freddamente il governatore Rosario Crocetta- in queste ore contestato dal centrodestra per i mutui casa alle coppie di fatto- «ma dobbiamo andare avanti e chiudere subito» per evitare l’ esercizio provvisorio.

Allineandosi ai colleghi già finiti sotto inchiesta in altre regioni, i “deputati” (così amano definirsi, aggrappandosi ad una Autonomia vilipesa ed ormai solo cartacea) di Palazzo dei Normanni dovranno spiegare splendori e miserie del loro treno di vita, perché tra gli scontrini fiscali presentati al disinvolto rimborso figurano ad uno stesso modo quelli rilasciati da Louis Vitton per pelletteria da miglia di euro, dalle più note griffe di moda e profumiere, da alberghi a 5 stille, ma anche «mancia 1 euro», battuta dal registratore di un bar. Insomma, tutto fa brodo e non si butta niente. Ma dall’indagine è emerso anche, secondo l’accusa, che una parte dei fondi distratti dalle casse dei Gruppi parlamentari finivano nelle tasche dei portaborse attraverso pagamenti fuori busta.



Che l’ indagine fosse ad un giro di boa era da giorni nell’aria, ma dal Palazzaccio non giungevano conferme. Ha provveduto allora Antonello Cracolici, ex capogruppo del Pd all’ Ars ed oggi Presidente della Commissione affari istituzionali, a rompere la consegna del silenzio rendendo noto dalla tribuna di Sala d’Ercole di essere stato avvisato dalla Procura per fatti «compiuti nella qualità di capogruppo, non ho messo- ha specificato- 1 solo euro in tasca». Indiscrezioni sostengono che le “voci” in contestazione si riferiscono ad acquisto di cialde di caffè, bottiglie di acqua minerale ( per uso degli uffici del Gruppo) e la pubblicazione di necrologi.
Ultimo aggiornamento: 21:51

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