Caso Marò, Colle e governo in pressing sull'India: «Presto tutti e due qui»

Giovedì 25 Dicembre 2014 di Marco Ventura
Caso Marò, Colle e governo in pressing sull'India: «Presto tutti e due qui»
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ROMA - Una rocambolesca corsa contro il tempo. Questo è diventato il braccio di ferro tra Italia e India sui marò. La data capestro è il 13 gennaio, quando Massimiliano Latorre dovrà rientrare in India dopo il permesso per curarsi dall'ictus che lo ha colpito a New Delhi.

Ieri il premier, Matteo Renzi, è salito al Quirinale per fare il punto col presidente Giorgio Napolitano e illustrare gli sviluppi dell'iniziativa diplomatica “umanitaria” dell'Italia. «Per la prima volta dopo mesi il governo indiano ha espresso il desiderio di una soluzione condivisa e concertata», ha detto a radio Rtl. «Siamo al lavoro col governo indiano in un clima di rispetto istituzionale, ma chiediamo che si faccia rapidamente». Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, per prima ha detto che Latorre il 13 gennaio non tornerà in India. Per ragioni di salute, certo. Ma intanto non tornerà. Allora che cosa ne sarà dell'altro marò, di Salvatore Girone, confinato nella nostra ambasciata? Renzi parla di «incredibile pasticcio combinato e causato da una serie di errori grossolani. Ora ogni parola è di troppo. Non passa giorno senza che pensi a quella vicenda e cerchi di risolverla con i canali della diplomazia. È il momento di non aprir bocca e risolvere i problemi».



LE FAMIGLIE

Intanto è Natale e le famiglie dei due fucilieri di Marina si preparano a festeggiare, per la prima volta avendo di fronte un 2015 con destini separati. Vania, la moglie di Girone, parte per raggiungere il marito. «Trascorreremo il Santo Natale insieme. Saremo io, i suoi genitori e i suoi figli che non lo vedevano da qualche mese». Il ricongiungimento «allevia il dolore della separazione». Con Massimiliano «ci sentiamo periodicamente», dice. «Ogni giorno un pensiero di Salvatore è rivolto a lui e sappiamo che la cosa è reciproca, anche da parte di Massimiliano».



Paola Moschetti, la compagna di Latorre, le fa eco da Bari. «Massimiliano pensa ogni giorno a Salvatore, è un pensiero continuo. Non sarà un Natale più bello di altri». Anche perché Massimiliano «è in Italia, ha la vicinanza dei suoi cari ma non sta bene», dovrà sottoporsi a un altro intervento e siccome «la sua vita, la sua salute si interseca con la vicenda giudiziaria, questa non è una cosa che metta di buon umore. Si sperava che Salvatore sarebbe stato qui, invece ci troviamo punto e a capo». Vania Girone conferma, nonostante tutto, la sua «fiducia nelle istituzioni: siamo speranzosi – dice – di poter riabbracciare presto Salvatore in Italia. Intanto ora lo riabbracceremo in India».



LE POSIZIONI

Il presidente della Commissione Difesa della Camera, Elio Vito, plaude all'incontro Renzi-Napolitano, ma chiede che Renzi informi pure le Camere: «Sarebbe necessario e doveroso, visto che sono trascorsi alcuni mesi da quando le Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno chiesto, senza ricevere alcuna risposta, un incontro su questo tema col presidente del Consiglio». Ricorda Vito che il 31 dicembre scade il termine per «valutare la partecipazione dell'Italia alle missioni antipirateria dell'Onu e della Ue». La Lega chiede di interromperla fin quando non saranno rientrati i marò in Italia.

Apertamente critico è l'ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi, per il quale sarebbe assurdo che l'Italia chiedesse scusa e gestisse la vicenda come un rapimento offrendo soldi. «Soldi degli italiani, non i soldi personali di quanti sono stati responsabili di questo disastro». Oltretutto chiedere scusa e pagare sarebbe un'ammissione di colpevolezza, mentre «è l'Italia la parte offesa». Massimiliano e Salvatore vengono citati nella dichiarazione natalizia dell'ordinario militare per l'Italia, monsignor Santo Marcianò. E le gigantografie dei fucilieri sono state affisse sulle cancellate della Sinagoga, accanto a quella di un soldato israeliano rapito. «La sorte dei due marò è oggi una questione umanitaria che ha bisogno del sostegno di tutti», dice il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.
Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 09:41

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