Lo Porto, Renzi: «Certezza della morte solo il 22»

Venerdì 24 Aprile 2015
Lo Porto, Renzi: «Certezza della morte solo il 22»
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«La certezza che i due corpi fossero

dei due cooperanti noi l'abbiamo avuta mercoledì e credo anche gli americani». Così Matteo Renzi, a Otto e mezzo, sulla notizia del Nyt che Obama sapesse della morte di Giovanni Lo Porto quando il premier italiano era a Washington.

«Faremo di tutto per recuperare quel corpo anche se è molto difficile - ha aggiunto Renzi - Come si fa a definirlo un ostaggio di serie B? La Farnesina ha fatto di tutto in questi anni, alla famiglia abbiamo portato prove che era in vita.Io capisco il dolore della famiglia, non capisco la polemica politica».

«Gli americani sono responsabili di quello che è accaduto, non c'è stato un blitz ma un drone, non era un blitz di cui gli Usa ci dovevano informare ma un errore tragico, drammatico.

E gli americani ce l'hanno detto quando c'era la certezza di quanto accaduto, sono stati corretti».

L'assemblea della Camera dei deputati ha osservato un minuto di silenzio in ricordo di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ucciso in un raid Usa in Pakistan, prima dell'informativa urgente del governo.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, nell'informativa alla Camera, ha spiegato che il premier Matteo Renzi è stato avvertito della morte di Lo Porto dal presidente Usa Obama «nella tarda serata del 22 aprile». Gentiloni ha riferito che l'ultima evidenza che il coooperante fosse in vita risale «allo scorso autunno». Poi nell'area di confine tra Afghanistan e Pakistan si sono fatte «sempre più frequenti» le azioni militari. «Tali azioni hanno reso ancora più complessa l'attività di acquisizione» di informazioni sul terreno.

La «particolare natura dell'operazione antiterrorismo» nella quale è rimasto ucciso Lo Porto, ha spiegato ancora il ministro, ha richiesto «tre mesi per le necessarie verifiche» prima di poter informare il governo italiano di quanto accaduto: «Le verifiche si sono protratte per tre mesi per la natura particolare dell'aerea, che non consentiva un rapido e facile accesso per accertare l'azione antiterrorismo e identificare le persone colpite».

«L'attività di cooperazione in cui migliaia dei nostri connazionali sono impegnati in diversi paesi del mondo è attività in cui crescono i pericoli e deve cresce la prudenza e il sostegno nostro del governo e del Parlamento perchè questa attività rende onore all'Italia. «Lo Porto era un volontario generoso ed esperto del mondo della cooperazione allo sviluppo», ha quindi concluso Gentiloni, ribadendo «la vicinanza del governo e mia personale alla madre di Giovanni, la signora Giusi e a tutti i familiari e amici. Posso assicurare che l'Italia troverà il modo di onorare la memoria di Giovanni Lo Porto».

Il ministro ha parlato davanti a un'Aula praticamente vuota, in cui c'erano una quarantina di deputati, oltre a due membri del governo e alla presidente Laura Boldrini. Il gruppo più rappresentato era quello del Pd con 16 deputati. Tutti gli altri avevano meno di dieci deputati presenti.

Anche la presidente della Camera Boldrini ha ricordato il cooperante italiano ucciso: «Giovanni Lo Porto aveva lasciato il suo Sud Italia per lavorare nelle crisi umanitarie. È un esempio della cooperazione che l'Italia esporta, ed è motivo di orgoglio per il Paese. Per un'Italia solidale e impegnata a costtruire silenziosamente la pace. I cooperanti, senza particolari reti di protezione, rischiano per portare aiuto alle popolazioni martoriate».

Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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