Italiane rapite in Siria, i ribelli assicurano: «Stanno bene, non sono in mano all'Isis ma potrebbero finirci»

Lunedì 15 Settembre 2014
Italiane rapite in Siria, i ribelli assicurano: «Stanno bene, non sono in mano all'Isis ma potrebbero finirci»
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Stanno bene le due ragazze italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria il 31 luglio scorso. Lo ha detto ad Aki-Adnkronos international un ufficiale dell'Esercito libero siriano nei pressi di Aleppo, dove le due volontarie sarebbero state sequestrate da un commando armato, escludendo che siano in mano allo Stato islamico.



«C'è uno stallo nelle trattive in corso per la loro liberazione», ha aggiunto, spiegando che i rapitori delle due italiane «non sono legati allo Stato islamico». Se le trattative non andassero a buon fine, però, «ci sarebbe il rischio che vengano trasferite» a un altro gruppo, non escluso l'Is. «Da parte nostra cerchiamo di evitare di diffondere notizie che riguardano la trattativa in corso per l'incolumità loro e degli altri ostaggi in mano agli stessi rapitori, che sono più di 20. La maggioranza di questi ostaggi è composta da stranieri», ha aggiunto l'ufficiale a condizione di anonimato.



La fonte non ha voluto identificare a quale gruppo appartengano i rapitori, aggiungendo che «non fanno parte della Rivoluzione siriana» che dal marzo 2011 combatte contro il regime di Bashar al-Assad. Il 6 agosto il sito di informazione "Syria Mubasher" aveva ricostruito la dinamica del rapimento delle due cooperanti, spiegando che sarebbero state prelevate «da parte di un gruppo armato sconosciuto dall'abitazione del capo del Consiglio rivoluzionario della zona». Le ragazze, stando alla ricostruzione, dovevano «rimanere per qualche giorno nella casa».
Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 09:31

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