Tratta di schiavi, l'Europa accusa l'Italia «Da voi i mercanti la fanno franca»

Lunedì 22 Settembre 2014
Tratta di schiavi, l'Europa accusa l'Italia «Da voi i mercanti la fanno franca»
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In Italia c' insufficiente attenzione alla tratta di esseri umani. Tra il 2011 e il 2013 ufficialmente sono state assistite 4.530 persone, ma solo la punta dell'iceberg. È una bocciatura per indifferenza verso i nuovi schiavi quella che arriva all'Italia dal primo rapporto del Greta, organismo di monitoraggio e anti-tratta del Consiglio d'Europa.



Nel rapporto sull'Italia si afferma che «i dati forniti non rivelano la vera ampiezza del fenomeno» del commercio di nuovi schiavi perché in Italia non ci sono meccanismi adeguati a individuare le vittime, per raccogliere i dati e, appunto, si presta «insufficiente attenzione alle tratte che non hanno come scopo lo sfruttamento sessuale». Restano cioè fuori dal radar delle autorità gli sfruttati dal caporalato agricolo, le badanti, le collaboratrici domestiche e i minori avviati all'accattonaggio. Il rapporto del Greta osserva inoltre che l'Italia non ha un piano d'azione nazionale sulla tratta di esseri umani, nè si è dotata di molti degli strumenti di cui si sono dotati altri Stati che sono, come l'Italia, Paesi di arrivo e transito di vittime del traffico. Così il Consiglio d'Europa chiede alle autorità italiane di «adottare con urgenza un piano d'azione nazionale che definisca priorità, obiettivi, attività concrete e responsabili per la loro attuazione».




«In Italia i mercanti di schiavi la fanno franca». Greta punta il dito anche sulla lentezza della giustizia in Italia, dove dal 1999 sono state assistite 29mila vittime della tratta. Tra il 2009 e il 2012 migliaia di mercanti di schiavi sono andati sotto processo, ma ci sono state solo 14 condanne nel 2010 e 9 nel 2011.

Greta afferma di essere «preoccupato» dal basso numero di condanne per tratta di esseri umani pronunciate nel nostro Paese.



Greta sottolinea che le autorità italiane non sono state in grado di dimostrare che le leggi italiane, per come sono formulate, permettano di mettere dietro le sbarre tutti i mercanti di schiavi. Inoltre vengono sottolineati problemi per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria con i Paesi al di fuori dell'Unione europea, quelli da dove vengono tanto la maggior parte delle vittime della tratta quanto i loro sfruttatori.



Il rapporto, quindi, richiama l'Italia a «rafforzare gli sforzi per assicurare che i crimini inerenti alla tratta, qualsiasi sia il tipo di sfruttamento, vengano investigati e processati velocemente ed efficacemente, e che questo porti a sanzioni proporzionate e dissuasive».


Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 15:52

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