Emergenza immigrazione, vertice a Palazzo Chigi. Il premier Maltese: «Bruxelles lascia soli noi e l'Italia»

Lunedì 14 Ottobre 2013 di Mario Stanganelli
Emergenza immigrazione, vertice a Palazzo Chigi. Il premier Maltese: «Bruxelles lascia soli noi e l'Italia»
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ROMA - Non si placa, nel centrodestra, la polemica contro l’Enrico Letta cittadino e politico che vedrebbe volentieri abolita la legge Bossi-Fini contro l’immigrazione clandestina.

Ma da palazzo Chigi si cerca di riportare la questione nei termini di un confronto senza pregiudiziali. Ambienti della presidenza del Consiglio auspicano infatti che la Bossi-Fini «non divenga oggetto di una disputa ideologica. Occorre buon senso. Bisogna rendersi conto - viene osservato - che questa legge è stata scritta 10 anni fa, e che in 10 anni il mondo è profondamente cambiato. Nessuno può metterlo in discussione. Sarebbe da irresponsabili - si afferma a palazzo Chigi - dividerci tra destra e sinistra di fronte a un dramma epocale. E’ l’intero quadro normativo che va cambiato, cominciando dal diritto d’asilo, dal momento che oggi i flussi migratori non sono determinati solo da motivi economici ma anche politici». E per mostrare alla Ue, in vista anche del prossimo Consiglio Europeo, che «l’Italia fa sul serio», il governo accelera sui tempi della missione militare-umanitaria nel Mediterraneo finalizzata a evitare nuove tragedie. A questo scopo Letta ha convocato per oggi pomeriggio a palazzo Chigi un vertice con i ministri dell’Interno, della Difesa e degli Esteri.



ASSE ITALIA-MALTA

In totale sintonia con il governo italiano si dichiara il premier maltese Joseph Muscat che, reduce da un incontro con le autorità libiche a Tripoli, ha affermato che «Malta e l’Italia sono state lasciate sole a gestire questo enorme problema: a Bruxelles - ha detto - i soldi contano più delle vite umane». All’imminente vertice europeo a livello di capi di Stato e di governo, Muscat intende «fare asse» con il premier italiano Letta «insistendo per un piano serio e concreto per contrastare le mille difficoltà del Mediterraneo». In mancanza del quale e senza «una vera politica di gestione comune dell’emergenza, continueremo - sostiene il premier maltese - solo a raccogliere cadaveri in mare».



Sul fronte italiano e all’interno dello stesso governo le posizioni restano distanti. Il ministro delle Infrastrutture Lupi, in polemica con la collega dell’Integrazione Kyenge, sostiene che «il reato di clandestinità previsto dalla Bossi-Fini è un reato che il Paese deve sancire e affermare». Più flessibile appare il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, che dice: «Non impicchiamoci al dibattito sul sì o no alla Bossi-Fini. Non sarà uno strumento legislativo a risolvere il dramma di Lampedusa. Abbiamo il dovere dell’accoglienza e dell’assistenza, ma - aggiunge la ministra pdl - anche il dovere di programmare gli ingressi e i flussi nel nostro Paese». Sulla linea dell’accoglienza Emma Bonino: «Pattugliare il Mediterraneo - afferma il ministro degli Esteri - deve consentire di salvare più migranti in mare, non tenerli a morire in Libia o costringerli a restare in Eritrea».
Ultimo aggiornamento: 15:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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