Caso embrioni, al setaccio gli atti di 6 mesi

Mercoledì 23 Aprile 2014 di Sara Menafra
Caso embrioni, al setaccio gli atti di 6 mesi
Il caso sotto inchiesta uno ma, come spesso accade, possibile che dall’indagine saltino fuori altri episodi sospetti. Ieri mattina, su delega della procura di Roma, i Nas si sono ”installati” all’ospedale Pertini di Roma, quello in cui a dicembre una donna ha subito l’impianto di un embrione fecondato che apparteneva a un’altra coppia.



Sebbene il ministero della Salute e la Regione Lazio abbiano avviato un’indagine già da alcune settimane, l’inchiesta penale si muove con molta prudenza e ci vorranno almeno tre giorni perché gli uomini guidati dal Capitano Dario Platurlon acquisiscano tutte le carte. Le verifiche puntano sulle cartelle cliniche e gli atti degli ultimi sei mesi e potrebbero allargarsi almeno in due direzioni: scoprire se qualcuno in questo periodo si sia reso conto di quanto accaduto nel Centro per la riproduzione e la sterilità dell’ospedale Pertini di Roma; e capire se ci siano stati altri casi analoghi a quello che rischia di gettare nella disperazione due coppie di genitori, aprendo contrasti dai confini giuridici e deontologici a dir poco incerti.



STRANI SILENZI

Tra le ipotesi che negli uffici della procura di Roma nessuno si sente di scartare, c’è l’idea che nei giorni immediatamente successivi allo scambio qualcuno si sia accorto dell’errore ma abbia nascosto quello che sapeva. A quel che spiegano dall’interno dell’Ospedale Pertini di Roma, solo quando la donna con l’embrione ”sbagliato” si è sottoposta a un’amiocentesi in un’altra struttura, la clinica Sant’Anna sempre nella capitale, si è scoperta la strana incompatibilità genetica tra mamma e figli. E a quel punto i vertici del Pertini hanno saputo cos’era accaduto decidendo di chiudere temporaneamente il centro.



Nei giorni scorsi, la relazione chiesta dal presidente della Regione Lazio, in accordo col ministero della Salute, ha dato i primi risultati e sono saltati fuori anche i nomi dei presunti responsabili di quanto accaduto. Ad occuparsi del transfer degli embrioni il 4 dicembre c’erano sicuramente due biologi e un’ostetrica, che hanno seguito tutte le procedure. Se fosse dimostrato che i protocolli di impianto non sono stati rispettati si potrebbe ipotizzare un’omissione di atti d’ufficio.



Nel frattempo, partendo dall’assunto che gli errori potrebbero essere avvenuti anche in altri casi tra i 600 interventi annuali trattati ogni anno, la commissione di indagine presieduta dal genetista e rettore di Tor Vergata Giuseppe Novelli ha stabilito che tutte le coppie che hanno avuto contatto con il centro fertilità del Pertini siano sottoposte a test del dna.



LE SANZIONI

Intanto, anche il direttore sanitario del Pertini Enrico Piroli ha deciso di vederci chiaro. Nei giorni scorsi ha chiesto a tutti i dipendenti dell’Unità di fisiopatologia per la riproduzione e la sterilità una relazione scritta su quanto accaduto a dicembre. L’ipotesi è che passato l’assedio di giornali e coppie terrorizzate, i dipendenti del centro subiscano delle sanzioni disciplinari. Sia per l’accaduto sia per come sono state gestite le informazioni.
Ultimo aggiornamento: 16:22

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