Cocoricò, il manager: «Scelta questore è chiusura a tempo indeterminato, perdite per 2 milioni di euro»

Lunedì 3 Agosto 2015
Cocoricò, il manager: «Scelta questore è chiusura a tempo indeterminato, perdite per 2 milioni di euro»
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La chiusura per quattro mesi della discoteca Cocoricò di Riccione, decisa dal questore di Rimini, dopo la morte di un 16enne in seguito all'assunzione di ecstasy, «porterà a perdite fra 1,5 e 2 milioni di euro». La stima arriva da uno dei cinque soci dell'azienda, Fabrizio De Meis, che parla in conferenza stampa a Roma.



Il Cocoricò - definito unanimemente la prima discoteca d'Italia, fattura poco meno di 4 milioni di euro all'anno e dà lavoro all'incirca a 200 persone, di cui circa 100 adibiti ai controlli di sicurezza all'interno del locale. Il provvedimento del questore di Rimini che dispone la chiusura per 120 giorni della discoteca più nota d'Italia, il Cocoricò, dopo la morte del 16enne per aver assunto ecstasy, è «di fatto una chiusura a tempo indeterminato del locale», aggiunge De Meis, che chiarisce di parlare anche a nome degli altri quattro titolari. «Oggi il Cocoricò è un'azienda chiusa», ripete più volte De Meis. «Noi la posizione sulla decisione del questore l'abbiamo presa, ma non abbiamo più altro da fare, se non il ricorso al Tar».



La notizia del ricorso era già stata anticipata nei giorni scorsi, si ricorda. Ciò su cui invece insiste De Meis è che «a regole invariate, in Italia continueranno a succedere, come sono già successe, tragedie come quelle del giovane morto nei giorni scorsi». Dopo aver espresso il cordoglio alla famiglia, De Meis ricorda che «non è chiudendo il locale che si risolverà il problema, perchè si ripresenterà. Occorre invece- conclude De Meis- ciò che abbiamo da tempo chiesto alla politica e alle forze dell'ordine ovvero il Dapso nelle discoteche a carico di chi commette reati, e il tampone obbligatorio per rilevare l'assunzione di droga all'ingresso dei locali».



«Chiudere oggi il Cocoricò non serve a nulla, anche perchè senza decisioni importanti per battere la cultura dello sballo, fatti luttuosi come quelli del sedicenne morto per ecstasy purtroppo continueranno ad accadere», ha continuato De Meis e ha aggiunto: «200 famiglie si ritroveranno senza lavoro e purtroppo tutti noi continueremo a non avere mezzi utili per battere la logica dello sballo, logica che il Cocoricò ha sempre tentato di battere, favorendo un divertimento sano e sicuro».





De Meis si è inoltre detto dispiaciuto del fatto «che un ragazzo, come è successo tempo fa (che ha rischiato di perdere il fegato per l'assunzione di ecstasy) sia risultato mediaticamente meno grave rispetto ad uno stesso caso occorso al Cocoricò.
Io voglio ribadire - ha sottolineato - che appena sarà possibile riaprire il Cocoricò mi adopererò per lanciare un messaggio e azioni concrete contro la droga».

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