Berlusconi firma la manovra economica
Bersani: siamo ai limiti della Costituzione

Sabato 29 Maggio 2010
Pierluigi Bersani (foto Giorgio Benvenuti - Ansa)
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ROMA (29 maggio) - Il testo della manovra economica, gi firmato dal presidente del Consiglio, ora al Quirinale in attesa della valutazione del capo dello Stato. Luned mattina il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ricever una delegazione di Intermagistrature e dell'Associazione nazionale magistrati»: è questo il contenuto di una nota di Palazzo Chigi che fa seguito a quanto detto in precedenza da Silvio Berlusconi. «La manovra è all'attenzione del capo dello Stato, verrà firmata quando il Colle darà la sua valutazione» aveva detto il premier ai cronisti che gli chiedevano se avesse firmato il provvedimento sulla manovra.



Ieri c'era stato un colloquio di circa un'ora al Quirinale tra Napolitano e Berlusconi. Il premier aveva spiegato al capo dello Stato di non aver ancora firmato la manovra per consentire al Quirinale di fare le opportune valutazioni prima di dare il via libera al documento che il governo auspica possa essere messo in Gazzetta ufficiale già lunedì prossimo.



Pd: sceneggiata ridicola sulla firma, premier smentito. «Oggi la sceneggiata sulla manovra economica ha raggiunto il ridicolo - dice Andrea Lulli, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera - Il premier è stato smentito dalla presidenze della Repubblica e da Palazzo Chigi in merito alla firma della manovra. Berlusconi deve dire cosa c'è scritto nel testo presentato al Quirinale e assumersi le sue responsabilità».



Bersani: manovra ai limiti della Costituzione. La manovra correttiva «è il frutto amaro e ingiusto di due anni di bugie e menzogne e di una politica economica dissennata»: lo afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ai microfoni di Sky TG24. «È uno spettacolo inverecondo, non si sa bene cosa il Consiglio dei ministri abbia approvato» ed è una situazione «ai limiti estremi del quadro costituzionale». «Non si sa bene - dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani parlando della manovra - cosa il Consiglio dei ministri abbia approvato. Le carte sono passate di mano in mano e sono state rimaneggiate più volte». Una situazione che deriva dal fatto che nel governo «ci sono delle diversità per dirla con un eufemismo, ma direi piuttosto che ci sono delle risse». «Vedremo le carte come sono cambiate. Per fare un esempio vorrei sapere se ci sono ancora le norme che raddrizzano le procedure della Protezione Civile»



Bersani sottolinea che quello che il governo non ha spiegato comunque «è il perchè di una tale manovra. Dire che l'Europa che ce la chiede è una falsità. La Ue ci chiede i conti a posto». La manovra è «il frutto amaro e ingiusto - prosegue l'esponente dei Democratici - di due anni di menzogne e bugie e di una politica economica dissennata». Insomma, conclude il segretario dei Democratici, «è la strada sbagliata».



«Misure sbagliate e ora anche tanta confusione». Ieri il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, aveva definito la manovra «un attacco allo stato sociale», mentre la Cgil aveva annunciato il 25 giugno come data possibile per lo sciopero generale. Oggi incalza Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd . «In questa manovra manca equità - dice - Non ci sono misure serie per il rilancio dell'economia, i tagli colpiscono servizi essenziali per i cittadini e indeboliscono lo stato sociale. Ora a tutto questo si aggiunge confusione: non si capisce se questo testo che il Consiglio dei ministri ha approvato, e che è stato illustrato in pompa magna da Berlusconi e Tremonti, sia ancora valido o se dobbiamo aspettarci sorprese. La verità è che emergono contrasti e divergenze ai quali il governo non sa dare risposta».



Casini: senza elementi innovativi non la avalliamo. «Se la manovra non contiene elementi innovativi, non possiamo avallarla in Parlamento - dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini - Ci chiedono senso di responsabilità e diciamo "va bene", ma lo stesso ci vuole anche da parte del governo. E' una settimana che tutti i giorni cambiano i contenuti della manovra: avevamo visto con favore l'abolizione almeno iniziale delle province e invece ora è saltata. Dunque, attendiamo di vedere finalmente il governo scoprire le carte».



Di Pietro: premier non coinvolga Napolitano.
«Coinvolgere il presidente della Repubblica, così come ha fatto stamani il presidente del Consiglio, sulla manovra economica, è un nonsenso giuridico e istituzionale - ha commentato il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro - Non si può coinvolgere, infatti, il capo dello Stato su un provvedimento come la manovra finanziaria, di cui ancora non si hanno le linee definite, tirandolo dentro in questioni politiche. Mi auguro che il presidente Napolitano raddrizzi queste affermazioni improvvide».



«Si rischia la rivolta sociale». «Noi di Idv siamo convinti che questo governo non arriverà al 2013 per la pressante azione dell'opinione pubblica e perché temiamo che le tensioni sociali ed economiche possano sfociare in un'autentica rivolta sociale. Il governo Berlusconi simboleggia il degrado e una sorta di onnipotenza malata. La politica economica dell'esecutivo è dannosa per il Paese e per gli enti locali. Ancora una volta i soldi vengono prelevati dalle tasche dei deboli anziché far pagare le tasse a chi ha scudato i capitali all'estero. Mai come in questo periodo, purtroppo, a volte a destra, a volte a sinistra, si scopre sempre più una classe politica piegata sui propri affari anziché pensare ai bisogni dell'Italia e degli italiani».



Cicchitto: la nostra manovra più morbida di altre.
«La manovra del governo è molto diversa e molto più morbida di quella che la sinistra fa in Spagna, in cui ha tagliato del 5, del 10% gli stipendi dei dipendenti pubblici - dice il presidente del gruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - Noi li manteniamo, li congeliamo, ma non andiamo indietro. Ma la dichiarazione di Bersani è di oggi, di due anni fa, di tre anni fa o di cinque anni fa? Nel senso che la sinistra sa dire soltanto queste cose. Bersani alla Camera non ha speso una parola sulle difficoltà internazionali. Ci dispiace, perchè neanche noi volevamo fare una manovra con caratteri restrittivi che ci sono imposti da una situazione generale».







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Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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