Riforme in mille giorni, Renzi: si va
all'attacco, basta rendite di posizione

Lunedì 1 Settembre 2014
Matteo Renzi
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Quelle che vengono chiamate riforme strutturali devono essere fatte. Non perché ce lo chiede l'Europa. Ma perché sono l'unica possibilità per l'Italia. Guardiamo negli occhi tutti, ma non guardiamo in faccia nessuno. Se l'Italia deve cambiare, nessuno può chiamarsi fuori. Nessuno può tirarsi indietro. Vale per tutti i settori». Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in alcuni passaggi del testo di presentazione del mini-sito dedicato ai Mille Giorni che verrà presentato alle 14 in conferenza stampa.

Cambiamento «Se vogliamo tornare a essere quello che siamo sempre stati, paradossalmente, - sottolinea Renzi - bisogna cambiare. Cambiare alla radice, a partire dalle nostre istituzioni, che non a caso sono attraversate dalla più rilevante modifica costituzionale mai affrontata nella vita repubblicana. Dobbiamo giocare all'attacco, non in difesa. Scegliere il coraggio, non la paura. Questo è il nostro orizzonte: un mondo che chiede più Italia, un'Italia che si presenta libera dalle pastoie burocratiche e dal potere di rendita dei soliti noti. L'Italia che finalmente fa le riforme, dopo averle ossessivamente discusse (e rinviate) per anni».

Occasione ghiotta «I mille giorni sono una occasione ghiotta per la politica: dimostrare che le riforme si possono fare. Questo è il Paese che è apparso sulla scena internazionale come il Paese dei veti. Dei no, non si può. Delle lungaggini e delle procedure. Al termine di questo periodo avremo un Paese più coraggioso, più semplice, più competitivo. E dunque una politica più credibile», scrive il premier nella presentazione.

Ultimo aggiornamento: 15:30

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