In aula si voterà a oltranza. Boschi:
o si chiude l'8 agosto o niente ferie

Domenica 27 Luglio 2014
In aula si voterà a oltranza. Boschi: o si chiude l'8 agosto o niente ferie
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Pronti al dialogo ma non si far trascinare nella palude e dopo l'8 agosto si andr avanti a oltranza. E' questo l'avvertimento del premier Matteo Renzi all'opposizione sulle riforme.

«Sono fiduciosa nella riuscita della riforma» costituzionale, ma «se non dovessimo finire perché resta l'ostruzionismo delle opposizioni, andremo avanti anche oltre l'8 agosto non è un dramma, lavoreremo di più e faremo qualche giorno di ferie in meno», ha detto il ministro Maria Elena Boschi, arrivando alla festa del Pd di Varese.



«In nessun Paese democratico - ha sostenuto il ministro delle Riforme - una minoranza può con l'ostruzionismo bloccare il Paese e impedire alla maggioranza di portare avanti gli impegni presi con i cittadini». Anche perchè, ha ribadito durante il dibattito alla festa del Pd varesino, chi sta facendo ostruzionismo alla riforma costituzionale al Senato è «una piccola minoranza che pensa di far perdere la pazienza la Governo o a Renzi ma se va avanti così il rischio è che siano gli italiani a perderla».



Dunque, ha osservato Boschi, per le riforme siamo «all'ultima chiamata» e il prossimo sarà «un periodo a pieno ritmo». E ha concluso guardando alla discussione in corso a palazzo Madama: «Affronteremo il lavoro con serenità e a viso aperto come abbiamo sempre fatto».



Le riforme intanto preoccupano il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: il Colle smentisce un intervento diretto per fare pressione sui parlamentari ribelli, ma non nasconde i timori per la dura contrapposizione che non accenna a stemperarsi.



Opposizioni e dissidenti però non mollano. E rivendicano l'ostruzionismo: «è sacrosanto», dice Nichi Vendola. Ma Renzi non si lascia impressionare e mentre ribadisce la disponibilità al dialogo, risponde a muso duro: «Pensano di fare arrabbiare me» ma quando «invece di stare al Senato a votare» vanno a «fare passeggiatine» al Quirinale, fanno «arrabbiare i cittadini», dichiara in un'intervista al Tg5.



Cosa succederà la prossima settimana nell'Aula di Palazzo Madama, quando si ricomincerà a votare, «dipende - spiega il premier - da quello che vorranno fare i senatori che protestano: Vogliono discutere davvero nel merito di 10, 20, 50 punti da cambiare? Si può anche discutere» ma senza bloccare le riforme.



Nel weekend di pausa dai lavori parlamentari proseguono i contatti a tutti i livelli, spiegano fonti del governo, per cercare margini d'intesa soprattutto con Sel e con la Lega. Il contingentamento dei tempi da solo non basta, infatti, a sbloccare il cammino della riforma del bicameralismo. E allora per indurre le opposizioni e i dissidenti del Pd e di FI a ritirare gli emendamenti ostruzionistici, il premier è disposto a mettere sul tavolo alcune modifiche al testo a partire dai referendum, con un'apertura anche a quelli propositivi, e dalla platea di elezione del presidente della Repubblica.



In vista di una nuova settimana di battaglia parlamentare, Beppe Grillo intanto serra le fila e chiama a raccolta tutti i suoi parlamentari convocando un'assemblea straordinaria lunedì a Roma. Ma intanto la diplomazia prosegue il suo lavoro, tra molte difficoltà e sospetti. Loredana De Petris (Sel) è pronta ad arrivare alle vie legali contro quei quotidiani che hanno insinuato che gli emendamenti delle opposizioni sono stati scritti dai funzionari del Senato.
Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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