Renzi in Senato: Ue volta pagina, spinta per crescita è vittoria italiana

Mercoledì 22 Ottobre 2014
Matteo Renzi
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Il Consiglio europeo che si apre domani è «l'ultimo della stagione precedente» e «le questioni principali oggetto della discussione con i partner europei, sollecitate e stressate dalla presidenza italiana, troveranno pieno compimento con la nuova commissione», ha detto Matteo Renzi in Senato nel giorno in cui è attesa la risposta di Bruxelles in merito alla legge di stabilità italiana.

La nuova commissione Domani si terrà l'ultimo «consiglio europeo guidato da Van Rompuy in cui parteciperà, come presidente, Barroso dopo 10 anni: è l'ultimo di una lunga stagione.

Credo che si tratti di un passaggio davvero rilevante», ha spiegato il premier, sottolineando che «i dubbi che si avevano circa la possibilità della nuova commissione Ue di entrare il primo novembre paiono essere risolti».

Crescita «La grande vittoria di questi mesi» per l'Italia «è stata proporre e imporre un piano di investimenti da 300 miliardi, primo segno di attenzione della realtà istituzionale alla crescita e non solo alla austerità». «Nell'ultimo Consiglio Ue per la prima volta è tornata la parola crescita, dopo un dibattito acceso con gli olandesi e gli altri artefici del rigore. E non rinviabile una discussione su come l'Europa vuole provare a uscire dai margini stretti del rigore per impostare una strategia» di crescita.

Il coraggio «Vorrei che le nuove istituzioni europee mostrassero un po' più di coraggio e l'orgoglio di appartenere a questa Comunità» che è l'Europa, ha sottolineato, ribadendo che la Ue sta cambiando le sue istituzioni e bisogna «cogliere questa occasione» perché «noi non siamo gli osservati speciali» ma un Paese che fa le riforme.

L'Italia e i compiti a casa Matteo Renzi ha rimarcato un atteggiamento da parte di alcuni settori del nostro paese per cui ciò che «viene dalle istituzioni europee» sarebbe ostile e ostativo. Il presidente del Consiglio ha ricordato quindi gli sforzi messi in campo dal nostro paese sulle riforme, da quelle istituzionali, alla riforma della P.A. e del mercato del lavoro, senza dimenticare la delega fiscale. «Le riforme che stiamo facendo possono piacere o no ma rappresentano uno straordinario processo di riforme strutturali. E questo deve dare la consapevolezza ai rappresentanti italiani in Europa circa la nostra non alterità rispetto all'Unione. Anche perchè siamo un paese che dà molto all'Europa e riceve meno di quello che potrebbe ricevere: non possiamo quindi andare a Bruxelles con la convinzione che questa non sia anche la nostra casa».

La manovra «In queste ore a fronte di rilievi sempre fatti rispetto alla legge di stabilità si dice 'arriva la lettera della Ue', cosa che fa evocare chissà quali procedure, messaggi o minacce». Ma tutto questo «è naturale», come è «naturale che l'Italia sia protagonista con la propria voce» senza «diktat esterni».

Il vertice a Parigi «Domani non sarò a Parigi» al vertice del Pse, in quanto per la mattinata sono previsti l'«incontro con le Regioni e il Consiglio dei ministri», ha detto il premier che quindi volerà quindi direttamente a Bruxelles.

Eco-sostenibilità Renzi ha anche ribadito il massimo impegno dell'Italia al Consiglio europeo che si aprirà domani a Bruxelles sui temi del clima, dell'energia e dell'ecosostenibilità. Da qui la garanzia che Roma sosterrà fino in fondo il tema degli investimenti per quanto riguarda il green jobs e la sostenibilità ambientale.

Gas Bisogna diversificare gli approvvigionamenti di gas e energia che non possono più essere solo attraverso la direttrice «est-ovest ma si devono sviluppare nella direttrice nord-sud» attraverso una serie di accordi con i Paesi africani, ha aggiunto. «Sta qui una parte della nostra scommessa sul tentativo di fare dell'Africa un luogo di sviluppo».

L'Europa e i temi energetici C'è una «mancanza di credibilità dell'Europa quando affronta questi argomenti e non riesce a risolvere il nodo delle interconnessioni», ha detto Renzi parlando del fabbisogno energetico. «Se non facciamo le pipeline tra Francia e Spagna, bloccate da anni di miopia continentale, non saremo mai in grado di trasportare energia che acquisiamo in Africa»: l'Ue sul fronte delle risorse a volte è bloccata da «resistenze burocratiche o pigrizie politiche: L'Italia dovrà far sentire la propria voce sulla necessità di intervenire sulle interconnessioni» perchè spesso «L'Europa non dialoga al proprio interno». «Non c'è un problema solo italiano ma dell'intera area euro, che è oggi la cenerentola dello sviluppo mondiale», ha aggiunto, sottolineando che i Paesi europei sono «molto deficitari» a livello economico.

La crisi ucraina «Lo spirito di Milano ha riaperto una discussione che sembrava assopita» tra Russia e Ucraina, ha aggiunto sulla crisi ucraina. In vista del «voto in Ucraina della settimana prossima» l'Italia riafferma «la necessità di rispettare l'unità, l'integrità, la libertà del popolo ucraino e mettere la parola fine alle tensioni. E ritiene che processo di recupero della Russia nel ruolo di importante punto di riferimento della comunità internazionale sia oggi fondamentale e un'assoluta priorità per l'Ue e la comunità internazionale».

Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 13:50

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