Cassazione: legittimo l'annullamento
delle regionali 2010 in Piemonte

Giovedì 17 Aprile 2014
Cassazione: legittimo l'annullamento delle regionali 2010 in Piemonte
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La Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso del governatore del Piemonte Roberto Cota, ha dichiarato che stato legittimo l'annullamento delle elezioni regionali del 2010.



In particolare, le sezioni unite civili nella sentenza 8993 depositata oggi, uniformandosi al parere espresso ieri dal sostituto procuratore generale Maurizio Velardi, hanno stabilito che da parte del Consiglio di Stato non si può «riscontrare nessun vizio idoneo a configurare il denunciato eccesso di potere giurisdizionale».



La questione analizzata dalla Cassazione trae origine dalle elezioni regionali del 2010 nelle quali il leghista Roberto Cota era diventato governatore del Piemonte anche grazie ai 27.892 voti della lista "Pensionati per Cota" di Michele Giovine, ex consigliere regionale condannato insieme al padre Carlo per le firme false a sostegno del loro movimento. Il Tar aveva dovuto aspettare la condanna definitiva in Cassazione il 18 novembre 2013, per fissare l'ultima udienza del ricorso nel quale trattare nel merito la questione. Ai giudici era bastata la falsità della loro lista per annullare il voto.



Quindi il ricorso al Consiglio di Stato e, facendo propria la sentenza penale, aveva ratificato la legittimità dell'annullamento delle elezioni regionali del 2010. Da qui il ricorso di Cota in Cassazione prima delle elezioni europee previste il prossimo 25 maggio. La Cassazione, però, dichiarando inammissibile il ricorso ha chiuso definitivamente la questione e ha ricordato che «tutte le situazioni» lamentate nel ricorso del governatore del Piemonte «non implicano assolutamente un travalicamento dei limiti esterni del potere giurisdizionale attribuito al giudice cui quegli errori siano eventualmente imputabili».



Dunque, ad avviso di Piazza Cavour, «l'impugnata decisione del giudice amministrativo, nel postulare l'equivalenza del giudicato penale sul falso al giudicato civile intervenuto all'esito di un procedimento per querela di falso non ha invaso la sfera delle attribuzioni del legislatore». Da qui l'esclusione del «denunciato eccesso di potere giurisdizionale» sostenuto nel ricorso dalla difesa di Roberto Cota. Secondo il governatore piemontese togliendo i voti dei partiti illegittimi l'esponente del Carroccio avrebbe comunque vinto con oltre 6 mila voti di vantaggio sulla ex governatrice Mercedes Bresso.



Tutte rivendicazioni alle quali oggi la Cassazione ha messo la parola fine condannando la Regione Piemonte al pagamento delle spese processuali in favore delle controricorrenti per una somma pari a 7.200 euro oltre agli accessori di legge.
Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 08:37

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