Grillo: «Basta dialogo». Marcia indietro di M5S che dichiara di nuovo guerra al sistema

Venerdì 27 Marzo 2015
Beppe Grillo
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Mentre M5S in Senato vota con il Pd sulle unioni civili e gli ex grillini si muovono sempre più in direzione della maggioranza (è dell'altro giorno l'ingresso nel gruppo di Scelta Civica della deputata Paola Pinna), Beppe Grillo serra i ranghi.

Con un post sul suo blog, il leader ha annunciato la marcia indietro rispetto a qualsiasi ipotesi di dialogo e dichiara nuovamente guerra al sistema: «Le

parole, le nostre parole, le manifestazioni, le elezioni non bastano più. Dobbiamo inventarci qualcos'altro di fronte alla sfacciataggine del Potere».



Parole forti, quelle del leader del M5S, che

ricordano i primi violenti attacchi del 2012 quando i cinquestelle raccolsero il 25% dei voti e fecero il

loro ingresso in Parlamento. E forse le usa proprio per tornare ai fasti elettoralì del debutto. Il leader pentastellato non le cita ma anche le risposte durissime del Pd ai tentativi di dialogo dei parlamentari cinquestelle (per ultimo quello sulla prescrizione alla Camera) hanno certamente influito sul repentino cambio di strategia, così come l'avvicinarsi del voto per le regionali. Così sul blog Grillo elenca «la distruzione del Paese, le famiglie ridotte in povertà, i nostri figli emigranti dopo la laurea, un ex sindaco nominato capo del Governo dalla massoneria e dalla finanza internazionale». È Renzi l'obiettivo dell'ex comico genovese che chiama direttamente in causa ed associa agli scandali corruzioni.



«Cambieremo gioco, definiremo le nostre regole sul territorio. Le parole non bastano più contro un Parlamento incostituzionale, un presidente del Consiglio mai eletto dalle urne, contro istituzioni prive di ogni legittimità, contro centinaia di miliardi rubati con le Grandi Opere Inutili. Contro Mafiacapitale, Expo, Mose, Tav, Salerno-Reggio Calabria. Le parole non bastano più».



Grillo gioca sul filo sottile del «dico ma non dico» per arrivare ai limiti dell'invito alla mobilitazione di piazza. Il testo del suo intervento è una citazione di un antico testo cinese - il Tao Te Ching - che invita alla rivolta. Gli italiani sono «cani di paglia», pronti a prendere fuoco. «Le denunce non bastano più. Contro ladri e corrotti non bastano più. Le menzogne del Governo e del suo imbonitore da strapazzo non reggono più. L'indignazione non basta più. Il rispetto istituzionale non basta più. Il Parlamento non c'è più, non rappresenta più nulla,

incostituzionale involtino di nominati».
Ultimo aggiornamento: 17:16

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