BERGAMO - "Tu eri lì dimmi di quella sera". E' la moglie di Massimo Giuseppe Bossetti, l'uomo formalmente accusato dell'omicidio volontario di Yara Gambirasio, a sferrare l'accusa più grave. Le parole della moglie, Marita Comi, le riporta il Corriere della Sera. E' lei, che giura di credere alla sua innocenza, a chiedere invece spiegazioni al marito: "Tu eri lì. Non puoi girare lì tre quarti d’ora, a meno che non aspettavi qualcuno", ha gridato la donna a Bossetti durante il colloquio in carcere, quando l'accusa portò a conoscenza Bossetti di aver scoperto che lui era stato con il furgone vicino alla palestra poco prima della scomparsa di Yara.
L'accusa, poi, svela un altro dettaglio: Bossetti passò di nuovo davanti alla palestra un’ora dopo la scomparsa di Yara, alle 19.51 del 26 novembre 2010, smentendo la ricostruzione dei fatti di Bossetti, che sostiene di di essere passato su quella strada poco dopo le 18, appena finito il lavoro, giusto per tornare a casa.
CHIUSA L'INCHIESTA SU BOSSETTI: "OMICIDIO E CALUNNIA" Il pm di Bergamo Letizia Ruggeri ha chiuso l'inchiesta sull'omicidio di Yara Gambirasio che vede in carcere, dallo scorso 16 giugno, Massimo Giuseppe Bossetti.