Delitto Scazzi, intercettata Sabrina: «Papà, perché l'hai fatto?»

Giovedì 26 Febbraio 2015
Delitto Scazzi, intercettata Sabrina: «Papà, perché l'hai fatto?»
L'attesa è per le dichiarazioni spontanee, annunciate dai suoi legali, di Cosima Serrano, che con la figlia Sabrina Misseri condivide una condanna all'ergastolo inflitta il 20 aprile 2013 e la cella nella quale è detenuta nel carcere di Taranto. Ma la vigilia dell'ennesima udienza del processo d'appello per l'uccisione della quindicenne di Avetrana Sarah Scazzi è catalizzata da un paio di intercettazioni telefoniche già emerse nel corso della lunga inchiesta e fatte trascrivere nelle ultime settimane da un consulente nominato dalla Corte d'assise di appello di Taranto.



C'è, ad esempio, quella tra Sabrina e il padre, Michele Misseri, il 7 ottobre 2010, quando l'agricoltore fece trovare i resti di Sarah in un pozzo-cisterna in contrada Mosca, nelle campagne di Avetrana. «Perchè l'hai fatto? Io non me lo so spiegare» chiede Sabrina al padre, così come, però, ci sono le trascrizioni di altre due telefonate, una delle quali - tra Sabrina e uno dei legali della famiglia Scazzi, l'avv. Walter Biscotti, e precedente a quella con il padre - sembra scagionare l'agricoltore quando la figlia si chiede come abbia fatto il papà ad uccidere Sarah avendolo visto, e non solo lei, fare su e giù per la casa.



E domani Cosima, come ha sempre fatto, continuerà a difendere Sabrina e a ribadire di non sapere nulla del delitto, scaricando indirettamente le colpe sul marito Michele? L'agricoltore di Avetrana, condannato ad otto anni per soppressione di cadavere, dopo aver coinvolto nel delitto Sabrina ha ripreso, dalla fine del 2010, ad accusarsi dell'omicidio, ma le sue diverse versioni non hanno mai convinto gli inquirenti. Da quando è stata coinvolta nell'inchiesta per l'omicidio di Sarah Scazzi, Cosima Serrano ha reso dichiarazioni spontanee in altre due circostanze. È accaduto nel corso dell'udienza preliminare, per legge a porte chiuse, dinanzi al gup del tribunale di Taranto Pompeo Carriere, che si concluse con il rinvio a giudizio della stessa Serrano e di altri otto imputati. Il 24 ottobre 2011 la mamma di Sabrina Misseri parlò per 30 minuti circa, riferendo nella sostanza che nei frangenti in cui, secondo l'accusa, sarebbe avvenuto il delitto, lei stava dormendo in camera da letto.



L'11 novembre successivo Cosima prese nuovamente la parola, ma per pochi minuti, per dichiarare di non aver mai suggerito al marito Michele, quando questi era detenuto per l'omicidio, cosa dichiarare ai giudici, aggiungendo che nei mesi precedenti al delitto il marito avrebbe tentato in più occasioni di aggredirla per contrasti famigliari. Nel corso dell'inchiesta, invece, Cosima Serrano è stata ascoltata dagli investigatori quattro volte come persona informata sui fatti.



È accaduto il 18 ottobre 2010 per tre ore in Procura a Taranto dopo la convalida del fermo di Sabrina («Non ricordo, non posso ricordare tutto quello che ho fatto»); il 9 novembre 2010 (a casa, dai carabinieri, per un'ora circa, dopo aver accusato un malore che le aveva impedito di recarsi in caserma a Taranto); il 22 novembre 2010, dal procuratore Franco Sebastio, al comando provinciale dei carabinieri, quando insieme alla figlia Valentina riferì, sulla base dell'ultima visita fatta al marito in carcere, che a Michele Misseri venivano somministrati farmaci e tranquillanti; infine il 15 gennaio 2011 nella caserma dei carabinieri ad Avetrana, quando venne convocata insieme alla sorella Emma per fornire spiegazioni su un telefonino, forse di Sabrina, che avrebbero chiesto di manipolare a Carmine Misseri, fratello di Michele, che però si sarebbe rifiutato, e di un presunto secondo cellulare che sarebbe rimasto incastrato nel cruscotto della Opel Astra della stessa Cosima.



Cosima che, invece, per tre volte si è avvalsa della facoltà di non rispondere dinanzi ai giudici.
Il 30 maggio 2011, dinanzi al gip Martino Rosati, per l'interrogatorio di garanzia dopo il suo arresto quattro giorni prima. E poi nel corso del processo di primo grado: il 17 luglio 2012, citata quale teste dall'accusa, e il successivo 20 novembre, quando avrebbe dovuto sottoporsi all'esame da imputata.
Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 13:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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