San Severino, madre uccide il figlio con 9 coltellate: «Sono contenta, se lo meritava»

Giovedì 25 Dicembre 2014 di Rosalba Emiliozzi
San Severino, madre uccide il figlio con 9 coltellate: «Sono contenta, se lo meritava»
"Sono contenta di averlo fatto, se lo meritava".
Sono le parole agghiaccianti pronunciate dalla madre killer dopo aver ucciso il figlio. Parole dette davanti ai soccorritori del 118 e una vicina di casa, i quali le hanno poi riferite ai carabinieri.






Debora Calamai, 39 anni, la sera della Vigilia ha ucciso a coltellate l'unico figlio, Simone di 13 anni e le uniche parole che ha detto danno forza ai timori che aveva il padre. Alla porta della casa di Enrico Forconi apre la sorella che dice solo: "Mio fratello è distrutto, ora non riesce a dire nulla, non ce la fa a parlare". Enrico, 43 anni, operaio in una azienda di San Severino Marche, porta addosso un dolore che gli ha bloccato le lacrime. Da tempo aveva con sé il bambino perché non si fidava più della ex moglie, ma Debora aveva insistito tanto ieri: "Portami Simone, voglio che scarti il mio regalo a casa con me, anch'io ho diritto di stare con mio figlio". E alla fine Enrico ha ceduto e ha portano Simone in via Zampa, nella casa dove una volta vivevano tutti insieme. Erano le 19 del giorno della Vigilia. Il ragazzino ha scartato il regalo, dentro c'erano i Lego, i suoi preferiti. Felice ha telefonato al nonno paterno: "Ci sono le costruzioni, mi piacciono tanto". Poi la cena con la mamma e un'altra telefonata al papà dove il bambino avrebbe chiesto a Enrico di venirlo a prendere perché voleva stare con lui e con i nonni. Nella donna è scattata la follia, nel timore di perdere il bambino e di rimanere sola ha afferrato un coltellaccio da cucina, con una lunga lama, e ha colpito il figlio nove volte, alla schiena, alle braccia, quattro volte tra il torace e il cuore. Il bambino è stato trovato morto sul pianerottolo, nel tentativo di sfuggire alla furia della madre.



Poco dopo, alle 21,30, sotto casa è arrivato il padre, pare chiamato da una vicina di casa che ha sentito le urla e si è trovata di fronte alla tragedia. Poco dopo è arrivato il nonno del bambino. Hanno ascoltato atterriti le parole dei carabinieri, increduli, hanno atteso senza mai cedere al pianto che il bambino venisse portato via con il carro funebre oltre la mezzanotte. "Bisognava intervenire prima, questa tragedia poteva essere evitata" avrebbe detto il padre nel cortile della palazzina dell'orrore.



Debora Calamai, originaria di Firenze, era separata dal marito dal 2010 e da tempo era in cura dal servizio psichiatrico della Asl. Aveva disturbi evidenti che conoscevano bene i vicini, passeggiava da sola o con il cane, si vedeva che aveva un forte disagio, ma non aveva mai manifestato aggressività verso il figlio, che adorava.



La donna è stata portata in caserma in forte stato confusionale, gli occhi sbarrati, la sigaretta sempre in bocca, aveva due coperte addosso, tremava tutta e pronunciava frasi sconnesse tanto che è stato richiesto l'intervento del medico ed è stata sedata. Alle 6,30 del mattino ha lasciato la caserma dei carabinieri ed è stata portata nel carcere di Camerino con l'accusa di omicidio.



Questa mattina gli scolaretti della terza E dell'istituto Tacchi Venturi hanno voluto lasciare un mazzo di fiori sotto casa con un biglietto per Simone: "Un grande abbraccio dai tuoi compagni di scuola. Ti terremo sempre nel cuore".



Il parroco, don Roberto ha ricordato Simone durante l'omelia della messa di Natale: "Preghiamo tutti per il bambino" ha detto. Una mamma alla fine della funzione ha fermato il parroco chiedendo cosa avrebbe dovuto fare la piccola comunità di San Severino per far " sentire meno sola questa mamma, perché era una donna molto sola".



I genitori del bambino stavano divorziando e la causa era alla fine, il padre si apprestava a chiedere l'affido esclusivo di Simone dopo quattro anni di affido condiviso che non riteneva più adatto alla cresciuta armonica del ragazzino. I legali di Debora Calamai, Simona Tacchi e Mario Cavallaro, dopo le feste chiederanno la perizia psichiatrica.
Ultimo aggiornamento: 17:10

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