Di Stefano, un testimone: soldi anche a un ex eurodeputato FI

Venerdì 28 Novembre 2014 di Michela Allegri e Valentina Errante
Di Stefano, un testimone: soldi anche a un ex eurodeputato FI
Buste piene di soldi bipartisan: all’ex assessore del Pd, oggi deputato, Marco Di Stefano, come all’ex europarlamentare di Forza Italia Paolo Bartolozzi.



C’è anche il nome del politico azzurro tra quelli indicati a verbale da Daniele Pisciotta, l’autista di Alfredo Guagnelli sentito la scorsa settimana nell’inchiesta sulla misteriosa scomparsa del faccendiere. Pisciotta ha riferito di borsoni pieni di contanti che Guagnelli avrebbe consegnato personalmente. Erano gli affari e le frequentazioni buone dell’imprenditore che, stando alle indagini, avrebbe avuto rapporti anche con la malavita. Bartolozzi, secondo dei non eletti all’ultima tornata elettorale, non nega di essere stato amico di Guagnelli e conferma di avere ricevuto aiuti in campagna elettorale, ma ci tiene a precisare che i contributi erano regolari.



«Nessuna busta - commenta adesso il politico - Guagnelli era un amico e mi ha dato una mano più volte durante la campagna elettorale con contributi anche economici attraverso una sua società, ma ho la ricevuta». E intanto anche l’inchiesta sulla presunta corruzione di Di Stefano, connessa a quella sulla scomparsa di Guagnelli, va avanti: il parlamentare del Pd, accusato di corruzione e falso, è indagato pure per abuso d’ufficio. L’ipotesi è che abbia pilotato alcune commesse della Regione Lazio.



CENE E CONTRIBUTI

Quando Paolo Bartolozzi apprende che, secondo Pisciotta, proprio lui sarebbe stato uno dei destinatari delle buste piene di contanti consegnate ai politici, spiega che il faccendiere era davvero un amico: «Ha organizzato qualche cena in occasione delle europee del 2009, mi ha dato anche un contributo attraverso una società della quale non ricordo il nome ma ho copia della ricevuta». Bartolozzi non ricorda neppure a quanto ammontasse esattamente quell’aiuto: «Alcune migliaia di euro - dice - 5 mila, forse 7 mila. Non so cosa abbia visto l’autista...».



Il politico racconta di avere conosciuto Guagnelli nel ’99, «quando dal Cdu passammo a Forza Italia, insieme a Enrico Folgori e altri ragazzi mi dava una mano». Insieme avevano trascorso vacanze a Montecarlo e nel casolare dell’imprenditore vicino a Chiusi (Siena). «Ci si sentiva sempre per le campagne elettorali». Per il politico non era anomalo che un imprenditore di pompe funebri, con affari poco chiari, finanziasse la sua campagna elettorale: «Io ero un parlamentare, pensavo gli facesse piacere avere la mia amicizia, in cambio mi chiedeva informazioni: dopo un mio viaggio istituzionale mi domandò notizie per fare business a Panama. Quando gli avevano sequestrato la patente mi chiese come fare». Bartolozzi, mai sentito in procura, dice di non sapere nulla sulle frequentazioni dell’amico e sulle ragioni della sua scomparsa.



LE NUOVE ACCUSE

Oltre all’ipotesi di una tangente di un milione e 800mila euro per garantire ai costruttori Pulcini un affitto d’oro da parte della Regione Lazio, per Di Stefano si ipotizza anche l’abuso d’ufficio insieme ad altre quattro persone. Nel 2010, da assessore, avrebbe pilotato alcune commesse favorendo i suoi amici nell’assegnazione diretta di piccoli appalti per servizi, come ad esempio l’organizzazione di eventi.
Ultimo aggiornamento: 17:50

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