Immigranti, pugno duro della Francia: vuole vietare l'ingresso agli «indesiderabili»

Martedì 21 Ottobre 2014
Immigranti, pugno duro della Francia: vuole vietare l'ingresso agli «indesiderabili»
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Ai migranti provenienti dall'Unione europea potrebbe essere rifiutato l'ingresso in Francia se il loro comportamento venisse considerato una minaccia “per la sicurezza o l'ordine pubblico”.



E' quanto prevede un nuovo disegno di legge proposto dal governo socialista di Manuel Valls. Il provvedimento secondo alcuni avrebbe come obiettivo non solo quello di tenere fuori dai confini nazionali quegli individui con la fedina penale sporca ma anche quegli “indesiderabili” che non hanno nessuna voglia di integrarsi.



Il provvedimento fa seguito all'avvertimento del presidente Ue Jose Manuel Barroso secondo il quale il tetto della Gran Bretagna ai migranti dell'Unione sarebbe illegale.



Le nuove misure dell'Esagono in materia di immigrazione e anti-terrorismo sono finalizzate a '
«qualsiasi cittadino di uno stato membro dell'Ue o a qualsiasi membro della famiglia di un tale individuo che rischia di causare problemi». Nonostante il principio comunitario della libera circolazione, il primo ministro Manuel Valls ha messo in chiaro l'intenzione di mantenere fuori gli indesiderabili.



Secondo alcuni critici le misure avrebbero come obiettivo quello di tenere fuori nuovi arrivi di appartenenti alle comunità rom di Romania e Bulgaria. Il provvedimento è parte di un disegno di legge anti-terrorismo passato in Senato la scorsa settimana.



L'esecutivo Ue non ha ancora commentato la legge ma diversi gruppi per i diritti umani hanno protestato.
«Siamo particolarmente preoccupati per il possibile uso di questa misura nei confronti dei Rom da Romania e Bulgaria.
L'uso di termini come ''minaccia per la sicurezza'' e ''comportamento personale'' potrebbero essere usati come pretesto per negare l'ingresso a diverse persone che ne avrebbero diritto
», si legge in un documento del gruppo francese "Immigrants Information and Support Group”. Un portavoce del ministero dell'Interno di Parigi ha risposto sottolineando il fatto che che ogni caso sarebbe considerato personalmente e senza nessun riferimento a eventuali “gruppi di appartenenza”.

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