I leader di tutto il mondo condannano l'assassinio dell'oppositore di Putin

Domenica 1 Marzo 2015
I leader di tutto il mondo condannano l'assassinio dell'oppositore di Putin
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Fa indignare l'Occidente l'omicidio di Boris Nemtsov, uno dei principali avversari politici del Cremlino. Ma mentre molti sostenitori dell'opposizione vedono lo zampino dello 'zar' Vladimir Putin dietro il delitto, il presidente russo parla di «provocazione» contro lo Stato e assicura che «sarà fatto tutto il possibile affinchè gli organizzatori e gli esecutori del vile e cinico assassinio abbiano la giusta punizione».



Secondo il portavoce del Cremlino, inoltre, Nemtsov non rappresentava una minaccia a livello politico per l'uomo forte di Mosca. «Se prendiamo in considerazione il livello di popolarità di Putin - ha dichiarato - allora in generale Nemtsov era piuttosto un comune cittadino». Come dire che chi siede nella sala dei bottoni non aveva alcun interesse ad eliminarlo.



La pensa in maniera del tutto diversa il presidente ucraino Petro Poroshenko, che ha rivelato di aver avuto un colloquio con l'oppositore russo poche settimane fa sostenendo che questi «doveva presentare prove convincenti della partecipazione delle forze armate russe» nel conflitto nel Donbass. E che per questa ragione è stato ucciso.



Di sicuro per ora non c'è nulla. Se non che qualcuno ha centrato Nemtsov con quattro proiettili alla schiena attorno alla mezzanotte tra venerdì e sabato mentre passeggiava in compagnia di una giovane ucraina a poche decine di metri dalla Piazza Rossa: in una zona dove poliziotti e telecamere di sicurezza sono ovunque.



Il Comitato investigativo russo sta vagliando diverse piste, tra cui un tentativo di «destabilizzare» lo Stato, l'estremismo islamico, il conflitto in Ucraina e la vita sentimentale della vittima. Ovviamente tra le ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti non c'è quella dell'omicidio ordinato dal Cremlino.



Eppure non molti giorni fa, il 10 febbraio, era stato lo stesso Nemtsov a confidare al sito Sobesednik.ru di temere che Putin lo volesse morto. Tra le possibilità elencate dagli investigatori russi c'è invece quella che il delitto sia stato voluto dalla stessa opposizione per galvanizzare i suoi sostenitori in vista di una dimostrazione contro Putin in programma domani.



L'ex vice premier liberale è stato infatti freddato alla vigilia della marcia anticrisi di primavera: una manifestazione organizzata da lui stesso e da altri esponenti di spicco dell'opposizione per protestare contro il governo di Mosca e contro la possibile presenza di militari russi nel sud-est ucraino. Dopo l'uccisione di Nemtsov la marcia - che le autorità avevano relegato in periferia - è stata però annullata e sostituita con un corteo nel centro della capitale russa in memoria del leader anti-Putin. Il Comune di Mosca ha dato il suo benestare in tempi rapidissimi, e i dimostranti si riuniranno domani alle 15 nella zona di Kitai Gorod per sfilare fino al ponte Bolshoi Moskvoretski, dove Nemtsov è stato ucciso, e dove migliaia di russi hanno lasciato fiori e acceso candele.



Intanto i leader internazionali chiedono che sia fatta luce sull'omicidio. Il presidente Usa Barack Obama ha condannato «il brutale assassinio» e ha chiesto al governo russo «un'indagine imparziale e trasparente» per «portare coloro che ne sono responsabili davanti alla giustizia». E dichiarazioni sulla stessa lunghezza d'onda sono arrivate anche da Berlino, Parigi, Londra e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.



Le indagini richiederanno però probabilmente molto tempo e, visti i precedenti, nonostante le promesse di Putin pochi a Mosca credono che si arriverà davvero ai mandanti dell'omicidio. Per il momento non è neanche chiaro se a sparare sia stata una sola persona o se gli assalitori siano stati più di uno. Nè se i colpi siano partiti dall'auto o se l'assassino, o gli assassini, siano scesi dalla macchina (forse una Lada bianca) per aprire il fuoco più da vicino. Oltre a Poroshenko, anche l'ex campione di scacchi Garri Kasparov, all'opposizione come Nemtsov, punta il dito contro il Cremlino. Mentre l'ultimo leader sovietico, Mikhail Gorbaciov, parla di «un tentativo di spingere la situazione verso nuove complicazioni o forse persino di destabilizzare il Paese». E invita a «non trarre conclusioni affrettate».
Ultimo aggiornamento: 10:31

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