Hoffman ucciso da un'overdose
Aveva tentato il ricovero in clinica

Lunedì 3 Febbraio 2014 di Gloria Satta
Hoffman ucciso da un'overdose Aveva tentato il ricovero in clinica
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Il mondo del cinema sconvolto. Un’overdose di eroina ha ucciso Philip Seymour Hoffman, il carismatico attore americano vincitore dell’Oscar nei panni di Truman Capote, nel 2005, e due anni fa di una Coppa Volpi a Venezia per il ruolo del santone di The Master. Aveva 46 anni ed è stato trovato ieri mattina nel bagno del suo appartamento al quarto piano di Bethune Street, nel West Village di New York, l’ago ancora infilato nel braccio.

È stato lo sceneggiatore David Katz, che lavorava con Hoffman, a fare la tragica scoperta e a chiamare il 911, il numero delle emergenze. Subito dopo la notizia è rimbalzata nel mondo intero grazie a un tweet del Wall Street Journal, poi è arrivata la conferma della polizia che nell’appartamento avrebbe trovato alcune bustine di eroina.

FINE ATROCE

Nessuno si aspettava una fine così atroce e prematura del portabandiera del cinema indipendente. In passato, è vero, Hoffman aveva avuto problemi di droga: «Ho cominciato ad abusare di stupefacenti e alcol dopo la laurea alla New Yok University», ammise l’attore pubblicamente nel 2006, quando era diventato famoso e non poteva permettersi scheletri nell’armadio. Ma per oltre vent’anni aveva smesso per poi ripiombare nella dipendenza di recente (dopo la cocaina e le pillole aveva scoperto l’eroina) tanto da farsi ricoverare volontariamente, nel giugno scorso, in un centro di disintossicazione: aveva capito il pericolo che stava correndo e, affrontata la riabilitazione, era uscito ”pulito”. Sembrava aver chiuso con la droga. Per questo la notizia della sua morte è stata uno choc per tutti: richiestissimo e premiatissimo, Hoffman era tutt’altro che un attore emarginato o depresso. Anzi, nel cinema aveva conquistato un notevole potere e lavorava senza risparmio. L’abbiamo visto di recente in Hunger Games-La ragazza di fuoco e stava girando i nuovi due film della saga, Il canto della rivolta parte 1 e parte 2 oltre alla serie tv Happyish. A breve, dopo il promettente debutto come regista in Jack goes boating, sarebbe tornato dietro la macchina da presa per dirigere la candidata all’Oscar Amy Adams (sua moglie in The Master) e Jake Gyllenhaal nel film Ezekiel Moss: lo aveva annunciato lui stesso il mese scorso al Sundance Festival. L’attore lascia i tre figli (il più grande di appena dieci anni) avuti dalla compagna costumista Mimi O’Donnell, con la quale divideva l’appartamento in cui è stato trovato morto.

LE REAZIONI

La notizia è stata accolta con dolore e soprattutto incredulità. Tra i primi ad esprimersi su Twitter è stato il sindaco di New York, Bill Di Blasio: «Rattristato, piango la scomparsa di un grande», ha scritto. Mia Farrow: «Oh, no! Se n’è andato un magnifico uomo e uno dei più grandi attori di quest’epoca». Anche Andie McDowell ha twittato il suo dolore sottolineando le doti umane di Philip, «non solo un grandissimo attore ma anche una persona gentile e generosa». Sullo stesso tono Chelsea Clinton e Ellen De Generes, che il 2 marzo presenterà gli Oscar, mentre centinaia di persone si riunivano in silenzio davanti all’appartamento dove Hoffman ha trovato la morte.

Ultimo aggiornamento: 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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