Varoufakis si dimette per aiutare
Tsipras: «Lascio per favorire l'accordo»

Lunedì 6 Luglio 2015
Varoufakis si dimette per aiutare Tsipras: «Lascio per favorire l'accordo»
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Il ministro delle Finanze greco si dimette. L'annuncio arriva via Twitter. «Minister No More!». Con questo post Yanis Varoufakis lascia di fatto il suo incarico all'indomani della vittoria del «no» per facilitare l'intesa con i creditori ha spiegato. Il nome del nuovo ministro delle Finanze verrà annunciato dopo la riunione di tutti i leader di partito greci con il premier Alexis Tsipras. Lo rendono noto fonti governative ad Atene.



«Subito dopo l'annuncio dei risultati del referendum - ha scritto Varoufakis su Twitter - sono stato messo al corrente di una certa preferenza da alcuni partecipanti dell'Eurogruppo e 'partner' vari per una mia... 'assenza' dalle loro riunioni. Una ragione che il primo ministro ha giudicato potenzialmente utile per lui trovare un accordo. Per questo lascio oggi il Ministero delle Finanze».​



In un post sul suo blog Varoufakis spiega che l'esito del referendum di domenica 5 luglio «resterà nella storia come un momento unico in cui una piccola nazione europea si è ribellata alla stretta del debito». Per questo «considero mio dovere aiutare Alexis Tsipras a sfruttare come ritiene opportuno il capitale che il popolo greco ci ha garantito con il referendum di ieri». L'ex ministro ha poi aggiunto che porterà «addosso con orgoglio il disgusto dei creditori» e ha sottolineato che «noi della sinistra sappiamo fare gioco di squadra, senza interessarci ai privilegi delle cariche», per cui «sosterrò appieno il premier Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze e il nostro governo». «Lo sforzo sovrumano per onorare il coraggio del popolo della Grecia e il famoso OXI (NO) che i greci hanno donato ai democratici di tutto il mondo, è solo l'inizio», ha concluso.



Le dimissioni del ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis sono diventate in poche minuti l'argomento più attenzionato del web. A meno di un'ora dall'annuncio, l'hashtag 'minister no more' è tra i trend topics di Twitter e c'è da scommettere che raggiungerà in giornata la prima posizione. Tra i commenti più frequenti chi loda l'atteggiamento democratico del ministro della Finanze nel farsi da parte e chi polemicamente chiede se la cancelliera Angela Merkel avrà il coraggio di mettere sul piatto la testa del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble.



L'identikit. Da icona anti-austerity a mastino di Alexis Tsipras che a poche ore dall'apertura delle urne referendarie aveva attaccato i creditori di Atene, accusandoli addirittura di «terrorismo». Poi ieri sera il discorso in diretta Tv in t-shirt e stamattina le dimissioni annunciate con un semplice tweet. È la parabola di Yanis Varoufakis, il ministro delle Finanze che ha rotto tutti gli schemi. Classe 1961, economista (master Essex e Cambridge), di buona famiglia (il padre era un importante ex manager di Stato), un fratello giudice, che sabato aveva interpretato il ruolo del duro, mostrando la 'faccia ferocè del governo greco. Messo da parte il suo sorriso glamour e accattivante, dalle colonne de 'El Mundò si era lanciato a testa bassa contro i «nemici» di Bruxelles, con toni brutalmente aggressivi. L'ultima bordata prima del voto. «Posso dire che tutto quello che sta accadendo in Grecia in questi giorni - aveva attaccato Varoufakis - lo avevano preparato fin dall'inizio, che già cinque mesi fa era pronto un piano per farla finita con un governo che non accettava di farsi ricattare 'dall'establishment' europeo». La rabbia al posto del glamour. Addio alle foto su Paris Macht, in cui gigioneggiava abbracciato alla sua mondanissima compagna Danae Straton, sulla terrazza della sua casa con vista Partenone. Foto che lo misero in difficoltà anche in patria, decisamente in contrasto con le drammatiche condizioni di vita di tanti dei suoi elettori. E per quelle immagini arrivò a chiedere perfino scusa. In questi mesi, è stato al centro delle interminabili trattative per trovare un'intesa sostenibile sul buco dei conti di Atene. Ma a Bruxelles, ormai da tempo non godeva più di fiducia e grande stima. Tanti negoziatori facevano trapelare la loro insofferenza nei suoi confronti, a differenza di Tsipras che comunque ha sempre mantenuto un contatto, anche umano, con i vertici delle istituzioni Ue.
Ultimo aggiornamento: 09:38

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