S&P declassa l'Italia: fragilità di governo
Allarme Fmi: tagliate stime Pil globale

Martedì 20 Settembre 2011
Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi
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ROMA - Dopo la prima bacchettata arrivata ieri mattina da Moodys', che ha criticato la manovra perch colpisce comuni e regioni gi fragili, nella notte arriva la stangata di Standard& Poor's, che taglia il rating del debito italiano a breve termine da A+ ad A, ma con outlook negativo, ciòè in futuro il rating, cioè la valutazione della capacità di ripagare il debito, potrà ulteriormente essere tagliato. Il rating a lungo termine passa da A-1 ad A-1+. Il tesoro reagisce parlando di decisione attesa, mentre per Palazzo Chigi si tratta di una valutazione politica.Il Fondo monetario internazionale, nel suo World Economic Outlook, taglia le stime di crescita globale e, ovviamente, anche per l'Italia (leggi).



La Borsa e lo spread. Il differenziale di rendimento fra Btp e Bund decennali, dopo essere schizzato in avvio verso quota 400 punti base, ripiega solo in parte e si attesta poi intorno a quota 383. Scende anche l'euro sul dollaro, alla luce della decisione di S&P: 1,3616. Positive le principali borse europee: Milano, nonostante il taglio del rating all'Italia, chiude con un +1,91%.



Secondo S&P la situazione politica e la fragilità della coalizione di governo in Italia «limita la capacità di risposta dello Stato» nell'affrontare la crisi, così come la debolezza della crescita economica.



«A nostro parere una crescita economica più debole probabilmente limiterà l'efficacia del programma di consolidamento del bilancio in Italia», afferma Standard and Poor's, sottolineando come siano state state riviste la previsioni sul debito pubblico italiano, il cui picco è previsto ora più in là nel tempo e ad un livello più elevato rispetto alle precedenti aspettative. L'agenzia sostiene come «le prospettive di crecita economica dell'Italia si stanno indebolendo. E ci aspettiamo che la fragile coalizione di governo e le differenze politiche all'interno del Parlamento continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne».



Senza un'accelerazione della crescita l'Italia rischia «un nuovo taglio del rating» nei prossimi 12-18 mesi, afferma l'analista di Standard and Poor's Mertiz Kraemer in una conference call seguita alla riduzione del rating. Secondo Kraemer le possibilità di un taglio del rating sono quantificate «in una su tre», e si tratta così di «un rischio ragionevole» che può però terminare al ritorno a un outlook stabile. Tuttavia occorre valutare e monitorare nei prossimi mesi «alcuni elementi di debolezza fra cui lo stallo politico sulle riforme» che ha impedito al paese il varo di quelle necessarie.



Palazzo Chigi: valutazioni viziate da considerazioni politiche. «Il governo ha sempre ottenuto la fiducia del Parlamento dimostrando così la solidità della propria maggioranza. Le valutazioni di Standard and Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche - è scritto in una nota - Vale la pena di ricordare che l'Italia ha varato interventi che puntano al pareggio del bilancio nel 2013 e il Governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo».



«I rating sovrani di Standard & Poor's sono valutazioni apolitiche e prospettiche del rischio di credito fornite agli investitori» - replica l'agenzia internazionale al governo - La valutazione di S&P è basata su un'analisi dettagliata e indipendente delle prospettive economiche e fiscali dell'Italia e sulle ipotesi relative all'andamento prospettico atteso del debito, come illustrato ampiamente nei due reports pubblicati. I rating indicano come diverse iniziative politiche possono impattare l'affidabilità finanziaria e non intendono dare alcun suggerimento sulle politiche che un governo dovrebbe o non dovrebbe perseguire».



La Ue: no comment sul declassamento di S&P, ma è essenziale ed urgente che l'Italia faccia le riforme necessarie per sbloccare il suo potenziale di crescita, che è la sfida maggiore ora, ha detto un portavoce della Commissione Ue. L'Italia ha fatto tutti i passi necessari per raggiungere gli obiettivi concordati con la Ue, tra cui il pareggio di bilancio nel 2013, ha continuato il portavoce: «Con i due pacchetti di misure approvati finora, che devono essere applicati in pieno, l'Italia è in linea con quanto concordato ed è anzi andata al di là delle raccomandazioni del Consiglio. Le misure serviranno a mettere l'elevato debito su un cammino discendente».



Un Consiglio dei ministri si dovrebbe tenere giovedì mattina alle 9. Non è escluso che possa decidere di accelerare alcune misure attualmente allo studio per favorire la ripresa della crescita.



Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, lancia un piano decennale per la crescita. L'occasione è il tavolo per lo sviluppo che si è svolto stamane al Tesoro. Secondo l'Ansa incaricato di scrivere il piano è Ignazio Visco della Banca d'Italia. «Il momento è assolutamente complesso - dice il ministro - ma proprio per questo dobbiamo dare l'idea di cosa fa questo Paese nei prossimi 10 anni, per almeno tre legislature». Quattro le linee guida: il lavoro, le imprese, il credito e lo Stato.



Nel giro di 10 giorni, per rilanciare la crescita, arriverà un decreto sulle infrastrutture e da subito si procederà alla «manutenzione» delle misure già varate. Il tavolo di confronto al Tesoro per questo si riunirà nuovamente mercoledì prossimo. Le misure - ha spiegato Tremonti - avranno «costo zero».



Per uscire dalla crisi «dobbiamo fare un po' di marketing per l'Italia. Serve un po' di allure che ci dia il respiro di grandi opere», avrebbe detto Tremonti, che citando Bismarck avrebbe aggiunto: «Se il popolo sapesse come sono fatte le sue salse e le sue leggi non le mangerebbe».



«Le frasi attribuite al Professor Giulio Tremonti nel corso dell'incontro per lo Sviluppo, che si è svolto oggi al Ministero dell'Economia e delle Finanze, sono totalmente infondate». Così il Portavoce del Ministro dell'Economia e delle Finanze.



Sul taglio del rating la politica torna a spaccarsi, con la maggioranza che sostiene la tesi del governo della decisione politica influenzata dalla stampa, e le opposizioni che attaccano Berlusconi, invitandolo a farsi da parte, e chiedono un intervento del Quirinale.



La Cina conferma la propria fiducia nell'euro e nell'economia di Eurolandia dopo il declassamento di S&P al rating italiano. Il portavoce del ministro degli Esteri cinesi Hong Lei, riporta Reuters, ha detto che Pechino «ha sempre fiducia nell'economia europea e nell'Eurozona» e continua a considerare l'Europa come un importante mercato di investimento.



Borse di Asia e Pacifico frenate dal calo dell'euro verso il dollaro e lo yen dopo il taglio del rating all'Italia. La decisione dell'agenzia di rating ha infatti impedito alle borse orientali di riprendersi dallo scivolone della vigilia, tanto che Tokyo ha ceduto l'1,6%, Hong Kong ancora aperta perde lo 0,5% e Sydney ha lasciato sul campo l'1,01%. In controtendenza Shanghai, Seul e Mumbai.
Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 00:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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