Piombino, firmato l'accordo: 250 milioni per la riconversione delle acciaierie Lucchini

Giovedì 24 Aprile 2014
Le acciaierie di Piombino (foto Franco Silvi - Ansa)
Siglato l'accordo per la riconversione del polo industriale di Piombino, dopo la chiusura dell'acciaieria Lucchini.



I soldi «nel complesso non sono pochi: l'accordo di programma prevede un impegno effettivo di 250 milioni, di cui 150 provengono dalla Regione, gli altri dal governo», ha detto dice il presidente della regione Toscana Enrico Rossi.



«Abbiamo firmato l'accordo di programma per Piombino, è una tappa fondamentale per dare unfuturo ai lavoratori e ai cittadini», sono state le parole del sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi.



Stamani alle 10.56 l'altoforno della Lucchini ha emesso l'ultima colata davanti a un gruppo di lavoratori. «L'altoforno sta tirando fuori gli ultimi respiri in un'atmosfera surreale e drammatica - ha detto Lorenzo Fusco, uno degli operai presenti, con la voce rotta dall'emozione -. Perlomeno non siamo stati noi a spegnerlo, ma è stato qualcuno ben più in alto». Ora l'impianto senza più minerale continuerà a bruciare coke per una ventina di giorni fino al suo definitivo spegnimento.



«Abbiamo la speranza e la determinazione a ricostruire l'area a caldo, nell'arco di due tre anni vogliamo una nuova produzione di acciaio a Piombino», ha poi aggiunto Rossi. «Oggi chiude una lunga e gloriosa storia industriale, vogliamo aprirne una nuova. Vogliamo continuare a fare i binari più lunghi d'Europa», ha affermato ancora il presidente della Toscana.



«Per comporre il puzzle per Piombino, il pezzo che mette la Difesa è il fatto che noi abbiamo 38 navi che devono essere dismesse e quindi rispetto alle prospettive per il polo di smaltimento delle navi abbiamo la possibilità di far cominciare questo lavoro», ha assicurato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, alla conferenza stampa sull'accordo di programma per Piombino. «Si è deciso di non arrendersi all'idea che si potesse perdere un pezzo di produzione. E questo è importante», ha aggiunto il ministro.



«Rispetteremo fino in fondo il compito di fare le bonifiche in tempi brevi, con l'impegno forte di 50 milioni di euro». Così il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti. «Non vogliamo cadere nella trappola burocratica per cui per fare un'Aia ci vogliono 50 mesi», ha proseguito il ministro. L'accordo di programma per Piombino serve «a uscire dalla trappola della green economy», ha osservato Galletti. «In questa operazione noi possiamo affermare che mission vera del ministero dell'Ambiente - ha continuato - non è quella di essere il contraltare dello Sviluppo economico o degli enti locali ma lavorare insieme a loro per far capire che con l'ambientalizzazione si possono creare posti di lavoro e sviluppo anche in un settore difficile come la siderurgia».



Ora bisogna vedere se l'accordo aiuterà ad andare a buon fine la gara per la cessione della Lucchini, che è in amministrazione controllata. «Sono arrivate manifestazioni di interesse importanti - fa il punto De Vincenti - di imprese che hanno un rilievo industriale e capacità finanziarie. Ci auguriamo che presenteranno le offerte vincolanti in un contesto più ampio di crescita e sviluppo del siderurgico».



«La grande novità di questo accordo di programma - ha detto il segretario generale della Cisl toscana, Riccardo Cerza - è che lavoratori e sindacati hanno chiesto con forza che, nella fase di transizione, per i lavoratori non ci sia solo assistenza, con gli ammortizzatori sociali tradizionali, ma lavoro, che si traduce nella disponibilità ad impiegarli in attività sussidiarie come le bonifiche, i lavori portuali e altri interventi conseguenti al progetto di riconversione. Il grande obiettivo che si pone l'accordo, che mi - ha proseguito il sindacalista della Cisl - è far rimanere la produzione di acciaio a Piombino, con un'area a caldo basata su tecnologie nuove. Per trasformare il progetto in realtà occorre un investitore: gli interventi che dovrebbero essere contenuti nell'accordo e di cui abbiamo parlato stamani servono a creare le condizioni perché trovi vantaggioso fare quell'investimento. In questo percorso - ha concluso Cerza - è fondamentale il pieno coinvolgimento della Presidenza del consiglio, perché mantenere la produzione di acciaio a Piombino non è una questione solo toscana, ma nazionale».



«Non bisogna rassegnarsi all'idea che non esista un futuro industriale per Piombino. La sottoscrizione dell'accordo di programma è un primo risultato della lotta dei lavoratori», ha commentato il coordinatore Fiom per la siderurgia, Gianni Venturi.



Dopo che i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno annunciato ai lavoratori la firma dell'accordo di programma tra istituzioni ed enti locali a Palazzo Chigi, è stata sciolta l'assemblea permanente di fronte alla Lucchini e si è concluso il volantinaggio sulla strada di ingresso alla città. Resta lo sciopero fino alle 22, ma i sindacati hanno annunciato che si metteranno «subito al lavoro» per verificare e fare il punto della situazione sugli ammortizzatori sociali in particolare per le aziende in appalto alle acciaierie.



Intanto sabato pomeriggio Beppe Grillo andrà a Piombino per incontrare i lavoratori del polo siderurgico.

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