La Peroni si 'beve' la Corona e la Budweiser: dal matrimonio nasce un colosso della birra

Martedì 13 Ottobre 2015
La Peroni si 'beve' la Corona e la Budweiser: dal matrimonio nasce un colosso della birra
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È il matrimonio della birra, che metterà sotto lo stesso ombrello la Peroni con la Corona e la Budweiser. Dopo tre offerte rifiutate, il colosso belga InBev ha convinto SabMiller, rivale inglese-sudafricana a lungo corteggiata e che appunto controlla il marchio della bionda italiana, a dire sì.



InBev, che produce la birra Budweiser, la Corona, la Beck's, ha dato il via libera a un'acquisizione da 68 miliardi di sterline, peri 104 miliardi di dollari, per la quota di maggioranza in SabMiller. Che ha accettato «in linea di principio», anche se è già chiaro che il consiglio di amministrazione darà il via libera.



L'accordo apre alla più grossa acquisizione nella storia britannica, superando i 47 miliardi di sterline dell'operazione British Gas-Royal Dutch Shell, e la terza maggior fusione di tutti i tempi. Ne uscirà il numero uno della birra su scala mondiale, un colosso del valore di 250 miliardi di euro e con in mano quasi la metà del mercato globale. Ed è la candelina sulla torta (per azionisti e banche advisor) su un anno effervescente per le fusioni e acquisizioni.



A festeggiare, oggi, sono stati gli azionisti di SabMiller, a partire dai due 'big' Altria (il gruppo del tabacco Usa) e Bevco: le azioni del gruppo sono salite quasi del 10% solo oggi a 39,62 sterline e il prezzo offerto dal gruppo belga, 44 sterline per azione, rappresenta un premio di ben il 50% rispetto ai prezzi a cui SabMiller contrattava a metà settembre prima dell'offensiva di InBev. Lo sconto delle azioni rispetto al prezzo d'offerta testimonia i dubbi residui di alcuni investitori circa la fattibilità dell'operazione.



I mercati scommettevano da tempo sul matrimonio fra i due 'big' della birra, che di fato metterà sotto lo stesso cappello una birra su tre bevute in ogni angolo del mondo. InBev si è decisa dopo anni di corteggiamento, e del resto i due gruppi rappresentano una buona combinazione dal punto di vista della loro presenza geografica. InBev, ben presente in Europa e negli Usa, punta a rafforzarsi con la presenza radicata di SabMiller in Africa e America Latina. Inoltre tutto dovrebbe essere reso più facile dal fatto i due gruppi non sono controllati da famiglie, come invece accade nel caso di Heineken o Carlsberg.



Non piacerà ai puristi della birra spaventati da una globalizzazione così invadente, ma gli unici intoppi (lo sconto del prezzo di SabMiller oggi rispetto alle 44 sterline offerte testimoniano qualche dubbio residuo) potrebbero essere le autorità antitrust, ad esempio negli Usa dove SabMiller potrebbe dover cedere la sua quota in MillerCoors, o in Sudafrica dove è una delle società a maggior capitalizzazione in Borsa.
Le due società si sono date tempo fino al 28 ottobre per mettere il sigillo finale.
Ultimo aggiornamento: 21:10

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