Sconto Irpef da 80 euro, rinvio
per gli incapienti e le partite Iva

Sabato 19 Aprile 2014 di Luca Cifoni
Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan
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Alla fine l’operazione “80 euro” tornata alla sua fisionomia originale, quella che prevedeva di distribuire il beneficio per gli stipendi su 10 milioni di lavoratori dipendenti, con un impegno finanziario di 10 miliardi di euro a regime: insomma il piano che era stato annunciato dal presidente del Consiglio nella conferenza stampa del 12 marzo. Applicato su quest’anno, a partire dal mese di maggio, lo schema vale 6,9 miliardi: risorse ricavate come promesso per 4,5 miliardi da risparmi di spesa, per la restante parte da entrate straordinarie: 1,8 a carico delle banche con l’inasprimento dell’imposta sostitutiva per la rivalutazione delle quote Bankitalia, altri 600 come maggior gettito Iva atteso dall’accelerazione dei pagamenti dei debiti della pagamenti della pubblica amministrazione.



Dal punto di vista della platea, la novità di ieri è la rinuncia ad estendere il vantaggio fiscale ai cosiddetti incapienti, ossia coloro che avendo reddito imponibile basso e di conseguenza imposta nulla, non sono toccati da un aumento delle detrazioni Irpef. Per loro non cambierà nulla, almeno con il cedolino del prossimo mese di maggio. Lo stesso premier Renzi si è però impegnato ad affrontare questo caso in un provvedimento successivo, insieme a quello dei lavoratori con partita Iva a basso reddito, che per certi aspetti possono essere equiparati a lavoratori dipendenti. Non c’è una data per questo passo successivo: lo stesso Renzi ha detto di non essere in grado di fissarla per il momento. Se ne riparlerà probabilmente con la prossima legge di Stabilità.



LA SOLUZIONE TECNICA

Proprio per adattare la novità alla specifica situazione degli incapienti, la scelta dei giorni scorsi era stata quella di usare come strumento il credito di imposta, invece delle ordinarie detrazioni. Soluzione che dovrebbe essere confermata nella versione finale del provvedimento, che arriverà in Gazzetta ufficiale la prossima settimana. In ogni caso al di là degli aspetti tecnici l’obiettivo è garantire ad una fascia consistente dei lavoratori interessati la cifra tonda di 80 euro al mese. Ciò dovrebbe avvenire per quelli che hanno un imponibile tra gli 8 mila e i 24 mila euro. Al di sopra di questa soglia ci sarà una rapida discesa, fino all’annullamento totale del beneficio che potrebbe realizzarsi già a quota 26 mila. Saranno i datori di lavoro, nella loro veste di sostituti d’imposta, ad assicurare che la novità sia visibile per gli interessati dalla fine del prossimo mese, con lo stipendio di maggio: in questo senso nei prossimi giorni saranno accelerate al massimo le procedure.



SGRAVI TRANSITORI

Questa però non è la versione definitiva del piano, che sarà definita solo con la legge di stabilità. Gli sconti fiscali nella forma annunciata valgono solo per il 2014; il governo per ora si limita a preparare lo spazio finanziario, prevedendo che il prossimo anno l’importo delle complessivo delle coperture possa salire a 14 miliardi (incluso un altro miliardo di maggiori entrate Iva).



Anche dal punto di vista della strumentazione probabilmente sarà scelta un’altra strada: non quella fiscale vera e propria ma la riduzione dei contributi previdenziali, intervento che automaticamente si applicherebbe sia agli incapienti (che comunque si vedono trattenere dallo stipendio i versamenti contributivi) sia agli altri lavoratori. Si ragiona su un taglio di 3-4 punti che però - anche con l’attuale sistema di calcolo della pensione - non avrebbe effetto sui futuri trattamenti previdenziali, perche lo Stato metterebbe la differenza sotto forma di contributi figurativi.
Ultimo aggiornamento: 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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