Difesa, statali, sanità: ecco
i 4,5 miliardi di tagli del Def

Giovedì 10 Aprile 2014 di Andrea Bassi
Renzi e Padoan
2
Venerd Santo, il giorno della Passione. E forse non un caso che il consiglio dei ministri con in agenda il decreto legge con il quale il governo taglierà di 80 euro l’Irpef fino a 25 mila euro sia stato convocato nel giorno della via crucis.



Reperire i 4,5 miliardi di tagli "strutturali" per abbassare le tasse in busta paga non sarà semplice. Matteo Renzi ha dato ancora poco più di una settimana ai suoi ministri per produrre proposte di riduzione della spesa in grado di far mettere a bilancio le somme necessarie, una sorta di «self review». Poi, è la minaccia, interverrà Carlo Cottarelli. Il gioco, insomma, assomiglia un po’ a quello del poliziotto buono e del poliziotto cattivo. Nel Def appena pubblicato non ci sono dettagli per l’anno in corso. Il Documento si limita ad un elenco nel quale sono ricompresi i «trasferimenti alle imprese», le «retribuzioni della dirigenza pubblica», ed anche il «settore sanitario» che «presenta elevati tratti di delicatezza, suggerendo un’attenzione su elementi di spreco». E poi il «settore dei costi della politica», le «forze di polizia», l’acquisto di beni e servizi, le spese per la difesa.





LE CIFRE

Il punto è fino a che punto ogni dicastero è in grado di calare la forbice. Un risparmio consistente, tra i 350 e i 400 milioni, dovrà arrivare dal pubblico impiego. L’indennità di vacanza contrattuale sarà limitata allo 0,3% fino al 2020. Per i vertici dei ministeri sarà introdotto un tetto di 239 mila euro agli stipendi e le retribuzioni dei dirigenti oltre i 90 mila euro dovrebbero essere ridotte (si veda anche altro articolo in pagina). Un contributo importante, come ha spiegato ieri, Renzi se lo aspetta anche dalla Difesa. F35 a parte, il dicastero dovrà contribuire alla spending review per una somma superiore ai 100 milioni ipotizzati per quest’anno dal vecchio documento di Cottarelli. Se è vero che la spesa italiana per le Forze armate è più bassa della media europea (1,10 per cento del Pil contro l’1,25 per cento), è altrettanto vero che il benchmark individuato da Palazzo chigi anche in funzione dell’elevato debito, è dello 0,90 per cento. C’è spazio, insomma, per recuperare subito 400-500 milioni di euro. C’è poi il capitolo Sanità, quello che il Def qualifica come «delicato». Al ministro Beatrice Lorenzin sarebbero stati chiesti tagli per 1,4 miliardi di euro tra attuazione del «Patto per la Salute» e adeguamento ai costi standard di alcuni acquisti come quelli cosiddetti «alberghieri», ossia le mense e i servizi di pulizia degli ospedali. Difficile che la Sanità riesca a sostenere uno sforzo simile. Più probabilmente riuscirà a dare un contributo sotto il miliardo di euro, attorno ai 700-750 milioni. Il capitolo «acquisto di beni e servizi» lungo. Le 30 mila centrali di acquisto saranno unificate. Rimarrà solo la Consip e una dozzina tra le maggiori, in pratica quelle delle città metropolitane. Dagli acquisti sono attesi risparmi consistenti. Nel Def, poi, a sorpresa, le risorse indicate per l’edilizia scolastica sono state riviste al ribasso. Dai 3,5 miliardi di euro annunciati da Renzi ne sono rimasti a disposizione solo 2 miliardi. Anche sui debiti della Pubblica amministrazione il Def ha chiarito che i 60 miliardi sono comprensivi dei 47 già stanziati dal governo Letta. La cifra aggiuntiva dunque è di 13 miliardi di euro. Qualche cifra più dettagliata nel documento è stata inserita per i tagli del 2015 e del 2016. Dai costi standard dovranno arrivare 2,7 miliardi, mentre dalla «razionalizzazione» delle forze di polizia il risparmio dovrà essere di 1,7 miliardi.
Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 08:24

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci