Da una manovra all'altra: ecco quella del prossimo anno

Venerdì 11 Aprile 2014
Da una manovra all'altra: ecco quella del prossimo anno
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(Teleborsa) - La spending review basta e avanza, pertanto per quest'anno non ci saranno altre manovre.

Il Premier Matteo Renzi è stato categorico in materia, spiegando che le stime sul Documento di Economia e Finanza da poco approvato sono “fin troppo prudenti e rigorose”. Anzi, ha poi incalzato, semmai nel corso dell'anno potrebbero esserci sorprese positive.

Allora perché continua ad aleggiare la parola “manovra”? Perché nello stesso DEF si parla di “una manovra di consolidamento interamente finanziata da riduzioni di spesa pari a 0,3 punti percentuali di PIL sul primario” grazie alla quale nel 2015 il disavanzo strutturale ricomincerebbe a diminuire di 0,5 punti percentuali.
A quel punto “il pareggio di bilancio in termini strutturali verrebbe conseguito pienamente nel 2016 e sarebbe mantenuto lungo tutto l'orizzonte di programmazione sino al 2018”.

Facendo due conti, 0,3 punti percentuali di PIL equivalgono a oltre 4,5 miliardi di euro il cui reperimento andrebbe definito nel corso dell'estate, come recita il bilancio.

Dunque, se ci sarà una nuova manovra, sarà nel 2015. In effetti, scorrendo il testo, il DEF indica una serie di “misure di riorganizzazione” che dovrebbero produrre i primi effetti già il prossimo anno.

In strema sintesi, sono:

- L'accelerazione nell'applicazione dei costi standard per determinare i trasferimenti ai Comuni, che potrebbe raggiungere risparmi di spesa di circa 600 - 800 milioni nel 2015 e 2.300 - 2.700 milioni nel 2016.

- La riorganizzazione delle forze di polizia che, “senza ridurre la qualità dei servizi di sicurezza”, consenta risparmi di circa 800 milioni nel 2015 e 1.700 milioni nel 2016 (il DEF precisa che “non si intende cambiare la attuale collocazione istituzionale dell'Arma dei Carabinieri, ma non si può escludere una ridefinizione dei compiti del Corpo Forestale”).

- Risparmi in materia di digitalizzazione stimati in circa 110 milioni nel 2015 e 2.500 milioni nel 2016, attraverso l'estensione a tutta la Pubblica Amministrazione della fatturazione elettronica, dei pagamenti elettronici e una razionalizzazione dei centri elaborazione dati dell'Amministrazione centrale. Risparmi ulteriori saranno ottenuti attraverso il consolidamento dei CED delle Amministrazioni locali.

- La riorganizzazione dell'attività delle Prefetture, dei Vigili del Fuoco, delle Capitanerie di Porto e delle altre sedi periferiche delle Amministrazioni centrali al fine di raggiungere risparmi di almeno 300 milioni nel 2015 e 800 milioni nel 2016.

- La razionalizzazione delle Comunità montane con l'obiettivo di risparmiare circa 100 milioni nel 2015 e nel 2016.

A questo risparmi, pari a 2,1 miliardi (nell'ipotesi più rosea), si dovrebbero aggiungere il blocco della contrattazione dei dpendenti pubblici fino al 2020 e la conferma del congelamento del turn over fino al 2017.
Ed ecco che si materializzano gli 0,3 punti percentuali di PIL ambiti dal DEF nel 2015.
Ultimo aggiornamento: 19:37

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