I cinesi salvano l'aeroporto di Parma e promettono 250 milioni di dollari

Giovedì 16 Ottobre 2014 di Stefania Piras
I cinesi salvano l'aeroporto di Parma e promettono 250 milioni di dollari
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La Cina scopre le carte e cala un asso di 250 milioni di dollari. E’ l'investimento che l’azienda Izp Technologies, attiva nel nell’e-commerce, nei big data e più in generale nel business F2C (factoring to consumers), intende portare a termine a Parma entrando nel pacchetto di maggioranza dell’aeroporto Giuseppe Verdi.



E’ una fetta degli 8 miliardi di accordi commerciali siglati l’altro giorno a Roma tra il premier Matteo Renzi e il primo ministro cinese Li Keqiang. Lo scalo parmigiano, fino a poco fa, non aveva davanti a sé un futuro roseo. Anzi. I dipendenti della Sogeap, la società a maggioranza austriaca che gestisce l’infrastruttura, avevano inaugurato una raccolta firme per scongiurarne la chiusura. Erano arrivati a quota 5 mila sostenitori.



Poi, ieri, la notizia dell’arrivo del colosso cinese ha sparigliato le carte. I vertici dell’aeroporto si dicono molto fiduciosi e ieri hanno diramato una nota molto ottimistica: «Martedì sera 14 ottobre a palazzo Barberini a Roma in presenza del premier cinese Li Keqiang e del presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato firmato un importante accordo tra la società cinese Izp Technologies e la Meinel Bank che prevede l'acquisizione del pacchetto di maggioranza della società di gestione dell'aeroporto di Parma, lo sviluppo dell'infrastruttura aeroportuale e la creazione di un grande polo logistico».



Nell’arco di qualche anno pioveranno a Parma qualcosa come 200 milioni di euro: risorse fresche in grado di consentire un futuro lungimirante non solo per il traffico passeggeri ma anche per sviluppare scambi commerciali diretti con la Cina, vista l’allusione alla logistica. L’espansione significherebbe infatti un aumento dei terminal passeggeri e l’allungamento della pista.



E considerando che Expo 2015 è alle porte, Parma e la sua food valley potrebbero presentarsi in gran spolvero e diventare, col tempo, uno snodo fondamentale per tutto il bacino sud europeo. «E’ la dimostrazione che qui in Italia riusciamo ad attirare capitali esteri – dice il direttore dell’aeroporto Franco Rastelli – e per noi è anche una strada per continuare a lavorare». Le indiscrezioni sull’incontro romano raccontano di un premier Renzi entusiasta e anche dal ministero dei trasporti benedicono l’operazione.



Ed è su questo accordo romano che fanno fede i vertici dello scalo emiliano visto che per ora di sicuro c’è solo un memorandum off understanding (per gli addetti ai lavori: mou), ovvero né più né meno che una lettera di intenti non vincolante, precisano dall’aeroporto parmigiano, in cui si spiega l’acquisizione delle quote di maggioranza, l’eventuale ricapitalizzazione della società e l’investimento su aeroporto e polo logistico di 250 milioni di dollari.



I tempi per la conclusione dell’accordo sono previsti entro il 30 novembre, come scritto nella lettera.

I cinesi della Izp Tec non hanno scelto a cuor leggero Parma. La prima visita fu più di un anno fa e c’è stato un contatto anche con il sindaco grillino Federico Pizzarotti che si è molto adoperato e ha giudicato positivamente l’operazione.
Ultimo aggiornamento: 23:40
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